
È caccia serrata ai malviventi, probabilmente quattro, che ieri hanno messo a segno il "colpo del secolo" al Museo del Louvre. Secondo la procuratrice di Parigi, Laure Beccuau, c'è l'ipotesi di una "ingerenza straniera" dietro il furto, anche se non si escludono altre piste: "Si tratta più probabilmente di un caso di criminalità organizzata, che può avere due obiettivi: agire per conto di un mandante o ottenere pietre preziose per riciclare". Gli investigatori sono al lavoro per ricostruire la dinamica del furto, avvenuto in pieno giorno e sotto gli occhi dei visitatori. Intanto monta la polemica sulla sicurezza dei musei francesi, che presentano "una grande vulnerabilità", come ha ammesso il ministro dell'Interno, Laurent Nuñez.
La dinamica
I banditi sono arrivati al Museo Louvre poco dopo le ore 9 di ieri mattina: due erano a bordo del camion montacarichi, gli altri in sella a due scooter, poi utilizzati per la fuga. I primi hanno parcheggiato il mezzo, contromano sul marciapiede, davanti alla facciata del palazzo che dà sulla Senna. Una volta sistemato il montacarichi, sono saliti sulla gru e raggiunto il balcone al primo piano. A quel punto, servendosi di una smerigliatrice, hanno tagliato il vetro della portafinestra e si sono introdotti all'interno della Galleria di Apollo. Qui, secondo la procuratrice Beccuau, avrebbero minacciato i guardiani, alcuni dei quali si sarebbero comunque premurati di proteggere i visitatori e farli uscire velocemente dalla sala.
Il furto e la fuga con la refurtiva in sette minuti
Una volta entrati all'interno della galleria, utilizzando ancora la smerigliatrice, i malviventi hanno tagliato le teche che custodivano i preziosi e hanno trafugato gioielli di inestimabile valore. Dopodiché sono tornati verso la finestra e, passando nuovamente dal balcone, sono scesci giù dal montacarichi. Quindi, dopo essersi disfatti della smerigliatrice, lasciandola accanto al camion, sono scappati in sella a i due scooter. Durante la fuga, hanno perso due monili e la corona dell'imperatrice Eugenia, ritrovata poco dopo dalla polizia. Il tutto sarebbe avvenuto in soli 7 minuti.
Le ipotesi
Gli investigatori stanno passando al vaglio i filmati estrapolati dal sistema di videosorveglianza del Louvre per ricostruire l'esatta dinamica e poter raccogliere elementi utili alle indagini. Uno dei banditi, come si vede dal video diffuso ieri pomeriggio, indossava un gilet di colore giallo. Alcuni visitatori, che loro malgrado hanno assistito alla scena, ha riferito alla polizia di aver sentito i ladri "parlare tra loro in una lingua straniera". Da qui l'ipotesi che dietro il furto milionario ci sia una banda organizzata con "un'ingerenza straniera". Si indaga anche tra i potenziali nuovi ricchi, oligarchi inclusi, con l'intenzione di tenere per sé - nella propria collezione privata - un pezzo ineguagliabile per valore e rarità.
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Il biasimo della Corte dei Conti francese
La Corte dei conti di Parigi ha osservato i "ritardi considerevoli nella messa a norma delle installazioni tecniche" del Louvre, a cominciare, da quelle relative alla sicurezza. In un rapporto sulla gestione del museo parigino, i Saggi della rue Cambon esprimono un giudizio particolarmente severo sia per lo Stato sia per i responsabili del museo più frequentato al mondo, custode di capolavori inestimabili provenienti dai quattro angoli del pianeta, Italia inclusa. In particolare, riguardo un elemento di sicurezza tanto essenziale quanto la videosorveglianza, la Corte dei conti deplora un ritardo "persistente" nel dispiegamento di nuovi dispositivi di sicurezza per la protezione delle opere. "A causa del rinvio persistente del piano direttore di modernizzazione dei dispositivi di sicurezza, l'equipaggiamento in telecamere viene essenzialmente realizzato solo nel quadro dei cantieri di riallestimento delle sale", scrivono i Saggi, precisando che l'incremento dell sorveglianza video al Louvre si è concentrata solo su alcune sale come la Hall Napoléon.
Questi spazi consacrati alle esposizioni temporanee vengono così attualmente coperti al 100% mentre 60% delle sale dell'ala Sully e 75% delle sale dell'ala Richelieu non dispongono di occhi elettronici. Il rapporto della Corte dei Conti doveva essere inizialmente pubblicato a dicembre ma la clamorosa rapina di ieri ha indotto la Rue Cambon ad anticiparne alcuni estratti ripresi oggi dal giornale Le Figaro.