Il guasto, l'immersione e l'allarme degli ingegneri: paura sul sottomarino britannico

Il vascello di classe Vanguard ha subito un malfunzionamento agli indicatori di profondità e ha rischiato di raggiungere la zona "di schiacciamento"

Il guasto, l'immersione e l'allarme degli ingegneri: paura sul sottomarino britannico
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Momenti di paura a bordo di un sottomarino classe Vanguard della Royal Navy britannica, che ha subito un grave malfunzionamento mentre si trovava in missione nell’oceano Atlantico. Il vascello si è immerso verso un livello di profondità “di schiacciamento”, mettendo a rischio la vita dei 140 uomini di equipaggio. Gli ingegneri sono riusciti a impedire all’imbarcazione a propulsione nucleare di inabissarsi ulteriormente pochi istanti prima del disastro. L’incidente ha portato all’apertura immediata di un’indagine.

La nave, equipaggiata con missili atomici Trident 2, stava svolgendo il suo incarico di pattuglia quando il profondimetro si è improvvisamente guastato. I marinai a bordo credevano che il sottomarino fosse ancora a livello di guardia, mentre in realtà stava scendendo sempre di più nelle profondità oceaniche. L’allarme è stato lanciato quando gli ingegneri sul retro della nave hanno trovato un secondo indicatore, che riportata l’avvicinamento alla “zona di pericolo”. “Non è compito degli ingegneri controllare la profondità del sottomarino, ma hanno visto quanto era profondo e si sono resi conto che qualcosa non andava”, ha dichiarato una fonte informata al Sun. “Tecnicamente il sottomarino si trovava ancora a una profondità alla quale sappiamo che può operare, ma se mai dovesse scendere quella profondità, l'intero equipaggio verrebbe collegato alle postazioni d'azione. Il sottomarino non avrebbe dovuto essere lì ed era ancora in immersione. Non vogliamo nemmeno pensare a cosa sarebbe potuto succedere se avesse continuato a scendere”.

Non è nota l’effettiva profondità raggiunta dal vascello, ma secondo Military Today esso può arrivare a 500 metri sotto il livello dell’acqua. Non è ancora chiaro, inoltre, quale dei quattro sottomarini di classe Vanguard schierati dalla Royal Navy sia stato coinvolto nella vicenda. Essi sono l’Hms Vanguard, Vengeance, Victorious e Vigilant, ciascuno dal peso di 15mila tonnellate e lungo 149 metri, con la possibilità di trasportare un massimo di 192 testate nucleari. Attualmente, solo due di questi sono completamente operativi, visto che uno è in ristrutturazione e un altro sta effettuando prove in mare.

Dal 1969, almeno un vascello di questa tipologia è sempre di pattuglia nel caso di attacco improvviso.

I nostri sottomarini continuano a rispettare i loro impegni, schierandosi in operazioni a livello globale, proteggendo gli interessi nazionali e mantenendo noi e i nostri alleati al sicuro”, ha dichiarato un portavoce della Royal Navy. “Anche se non commentiamo dettagli specifici riguardanti le operazioni sottomarine, la sicurezza del nostro personale ha sempre la massima priorità”.

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