Cronaca internazionale

"Ho agenti in ogni consolato". Dove arrivano davvero i documenti dei migranti

Permessi di soggiorno, visti e passaporti europei per migranti: la questura di Milano ci spiega l'origine dei documenti venduti online

"Ho agenti in ogni consolato". Dove arrivano davvero i documenti dei migranti Esclusiva

Il mondo dell'immigrazione clandestina ha innumerevoli sfaccettature, ognuna delle quali concorre a creare un business enorme attorno al traffico di esseri umani. Nelle scorse settimane abbiamo rivelato l'esistenza di un vero e proprio tariffario inerente la vendita di documenti europei ai migranti che si organizzano per raggiungere l'Europa. Passaporti, Visti, documenti di identità, permessi di soggiorno, patenti di guida e qualunque altro tipo di documento possa tornare utile per la vita in Europa può essere acquistato online. Siamo riusciti a ottenere il contatto diretto con un trafficante di documenti che dichiara di trovarsi in Turchia e che ci aveva già mostrato alcuni esempi di passaporti, anche italiani, che è in grado di realizzare e che è disposto a vendere per 1500 euro ma siamo riusciti a entrare in possesso anche di altri esempi di documenti, tra i quali un permesso di soggiorno apparentemente rilasciato dalla questura di Milano.

"Fratello mio, ho molti clienti e nessuno ha mai avuto problemi", ci dice il trafficante quando cerchiamo di capire da lui in che modo entri in possesso o produca questi documenti. Insistiamo, proviamo a farci dire come è possibile che possa vendere documenti che, effettivamente, vengono letti e riconosciuti dagli scanner. La sua risposta è spiazzante: "Ho agenti in ogni consolato, i miei affari sono regolari al 100%. Sono musulmano, non posso deluderti". Millanta contatti nelle varie ambasciate europee e negli uffici istituzionali per convincerci ad acquistare i suoi documenti. Facciamo finta di credere alla sua versione continuiamo a dialogare con lui, che continua a portare avanti la sua opera di persuasione: "Sono originali al 100%, anche con timbro di ingresso e di uscita".

Portiamo avanti la discussione su Whatsapp in arabo, quindi vogliamo essere sicuri di aver capito bene quale sia la costruzione del suo business e gli chiediamo l'ennesima conferma della sua verità. La nostra domanda è circostanziata in base alle informazioni che ci ha fornito fino a questo momento: "Hai degli agenti nelle ambasciate che ti passano i documenti veri e tu li compili?". La sua risposta è altrettanto diretta: "Esatto". Nel frattempo, abbiamo preso contatti con la questura di Milano, ossia l'amministrazione che risulta aver emesso il documento di cui abbiamo preso visione tramite il video condiviso dal trafficante.

Fatte le doverose verifiche e controlli, dalla questura ci viene spiegato che, in relazione alle immagini del permesso di soggiorno in nostro possesso, lo stesso "è certamente falso o contraffatto". Infatti, prosegue la questura, "da accertamenti esperiti dall'Ufficio Immigrazione milanese stesso, risulta esser stato emesso l'estate scorsa - da un'altra questura lombarda - un permesso avente tale numero per motivi familiari a un minorenne di nazionalità differente".

La situazione, quindi, appare chiara: difficilmente il migrante che acquista questo documento riuscirebbe a spenderlo nel nostro Paese senza essere fermato.

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