Incidente non grave e senza vittime, ma lo scienziato italiano rimane in carcere in Albania

L'incredibile vicenda di Michele D'Angelo, un professore italiano oggi recluso in un carcere albanese. L'ambasciata italiana sta seguendo il caso

Incidente non grave e senza vittime, ma lo scienziato italiano rimane in carcere in Albania
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Un incidente stradale non grave, che peraltro non ha neppure causato feriti, rischia di rovinare per sempre la vita di un nostro connazionale all'estero, detenuto da ormai due mesi in un carcere in Albania. È l'incredibile storia Michele D'Angelo, uno scienziato di 44 anni conosciuto a livello internazionale, e professore di biologia presso l'università dell'Aquila.

D'Angelo si trova recluso nel penitenziario albanese di Fier, e la sua vicenda si sta rapidamente trasformando in un caso mediatico. Per lui si sono mobilitate l'università dell'Aquila e, ovviamente, la Farnesina. L'incubo del 44enne è cominciato lo scorso 8 agosto, quando l'uomo stava percorrendo in auto la Levan-Fier a bordo di una Lancia Ypsilon. La vettura, che viaggiava a una velocità di 40km/h, si è scontrata con la Mercedes di un cittadino albanese, che invece viaggiava a velocità più sostenuta. Non c'è stato modo di evitare l'incidente. Pare inoltre che ci siano dei filmati in grado di dimostrare chiaramente la dinamica dei fatti.

Eppure il prof di 44 anni si trova in carcere con le accuse di violazione delle norme sulla circolazione e abbandono del veicolo. I legali di Michele D'Angelo sostengono che l'uomo si sia allontanato dalla propria vettura per mettersi al sicuro, ancora sotto choc per l'incidente, non certo per scappare. Tuttavia non sono stati raggiunti risultati. Il caso del professore è arrivato subito in Italia, dove in molti si stanno mobilitando per lui. Luciano D'Alfonso, deputato dem, ritiene la misura cautelare sproporzionata e si è rivolto direttamente al presidente della Repubblica d'Albania, Bajram Begaj. La richiesta è ovviamente quella di mettere in atto delle misure alternative alla detenzione, che pare davvero troppo per una vicenda del genere.

Il ministero degli Esteri italiano sta seguendo da vicino la vicenda, tenendosi costantemente aggiornato.

Non si capisce la ragione di misure così severe nei confronti dello stimato docente, che si è subito messo a disposizione delle autorità albanesi.

La speranza è che vengano presi in fretta dei provvedimenti. D'Angelo deve poter tornare in Italia, e in Italia sarà trasferito il procedimento a suo carico. L'uomo, incensurato, non merita il trattamento che sta subendo.

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