Indonesia, crolla una scuola. "Nessun segno di vita sotto le macerie"

Cresce la preoccupazione per le condizioni dei ragazzi intrappolati. I dispersi sono 59

Indonesia, crolla una scuola. "Nessun segno di vita sotto le macerie"
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Una tragedia silenziosa, fatta di attese, macerie e speranza che si affievolisce con il passare delle ore. Sono ancora 59 le persone disperse sotto i resti della scuola coranica crollata lunedì a Sidoarjo, nella provincia di Giava Orientale. Il bilancio ufficiale, per il momento, parla di cinque vittime accertate, ma il numero potrebbe salire. Le operazioni di soccorso proseguono senza sosta, anche se il clima è pesante: i soccorritori non hanno rilevato alcun segno di vita sotto i detriti. Lo ha confermato Suharyanto, direttore dell’Agenzia nazionale indonesiana per la gestione dei disastri, che ha parlato in conferenza stampa direttamente sul luogo del disastro. "Abbiamo usato tutte le tecnologie a disposizione: droni termici, scanner acustici, sensori di movimento, ma non ci sono risposte", ha detto. Una frase che pesa come una sentenza, anche se le ricerche continuano.

Il crollo durante la preghiera

Il disastro è avvenuto nel primo pomeriggio di lunedì, durante la preghiera pomeridiana, mentre centinaia di studenti si trovavano all’interno dell’edificio. La scuola, una pesantren, sembra fosse oggetto di lavori di ampliamento non autorizzati, con la colata di nuovo cemento ancora in corso al momento del crollo. Secondo i primi rilievi, la struttura non era in grado di sostenere il peso del materiale aggiunto. Fondamenta deboli, lavori fuori norma e mancanza di supervisione tecnica sono ora al centro dell’indagine aperta dalle autorità. Molti degli studenti intrappolati hanno tra i 12 e i 19 anni, e secondo alcune testimonianze, si trovavano in una delle aule centrali del piano terra, proprio sotto la zona dove era in corso la gettata di calcestruzzo.

L'intervento dei soccorritori: corsa contro il tempo

Fin dai primi minuti dopo il crollo, decine di squadre di soccorso hanno lavorato ininterrottamente per cercare superstiti. Nei primi momenti sono stati estratti vivi alcuni ragazzi, alcuni dei quali in condizioni critiche e poi deceduti in ospedale. Da allora, però, nessun altro è stato salvato. "Abbiamo paura di usare macchinari pesanti – ha spiegato uno dei responsabili del soccorso – il rischio è che un movimento sbagliato possa causare un altro cedimento e mettere in pericolo eventuali sopravvissuti ancora intrappolati". Per questo si lavora soprattutto a mano, con pale, picconi e attrezzi da scavo, cercando di aprire varchi nei punti più critici. In alcune zone si è riusciti a far passare tubi per fornire aria e acqua ai possibili superstiti, ma da ore non si riceve più alcuna risposta.

Le cifre: dispersi, feriti e un bilancio ancora incerto

Le autorità dell'Indonesia hanno rivisto il numero dei dispersi da 91 a 59 persone. Una correzione che tiene conto anche del fatto che alcuni studenti, inizialmente considerati sotto le macerie, potrebbero essere scappati o non essersi registrati ufficialmente dopo l’incidente. I feriti sono oltre un centinaio: tra loro ci sono anche diversi docenti e alcuni operai che stavano lavorando sul tetto della scuola. Il portavoce della protezione civile, Abdul Muhari, ha confermato che il bilancio delle vittime potrebbe aggravarsi nelle prossime ore: "Speriamo che qualcuno sia riuscito a sopravvivere, ma il tempo gioca contro di noi".

Indagini e polemiche: sotto accusa la sicurezza edilizia

La tragedia ha scosso profondamente l’Indonesia, non solo per la perdita di giovani vite, ma anche per le gravi lacune emerse in materia di sicurezza. Molte scuole religiose, soprattutto in zone rurali, vengono costruite senza autorizzazioni formali, spesso grazie a donazioni locali e senza il supporto di ingegneri o tecnici qualificati. È un sistema che funziona da anni, ma che oggi mostra tutti i suoi limiti. Il governo ha promesso una revisione urgente delle norme edilizie, in particolare per quanto riguarda le pesantren, le scuole islamiche frequentate da milioni di studenti nel Paese. Intanto, il ministero per gli Affari Religiosi ha annunciato che verrà avviata una verifica nazionale degli edifici scolastici religiosi per evitarne il ripetersi.

Famiglie in attesa, tra speranza e dolore

Nel frattempo, fuori dal perimetro di sicurezza, le famiglie dei dispersi attendono notizie. Molti non si muovono da lì da due giorni, dormendo su coperte, pregando e cercando conforto l’uno nell’altro.

Ogni rumore proveniente dal cantiere di soccorso è un sussulto. Ogni nome gridato, un possibile sollievo o un colpo al cuore. L'Indonesia intera resta con il fiato sospeso, sperando ancora in un miracolo sotto le macerie.

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