L'omicidio di Charlie Kirk e gli incendiari dell’odio "democratico"

C'è un pensiero violento e autoritario, diffuso tanto tra i post comunisti quanto tra i sedicenti liberali e i sinceri democratici, che pensa che il presidente Usa sia un pericoloso autocrate

L'omicidio di Charlie Kirk e gli incendiari dell’odio "democratico"
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Diciamo la verità: fino a ieri sera il novanta per cento di noi, neppure chi si occupa di politica americana e probabilmente neppure chi conosce approssimativamente il mondo Maga, sapeva chi fosse Charlie Kirk.

Perché gli Stati Uniti sono sempre lo scantinato intellettuale e politico dell’Europa e perché noi, vecchietti avvizziti e malati di Alzheimer, siamo comunque l’ombelico del mondo. Un mondo troppo anziano per reagire ai nostri nemici - abbiamo i badanti a stelle e strisce, no? -, un mondo troppo senilmente smemorato per ricordarsi come inizia lo scardinamento dei sistemi democratici. Cioè dalle piccole cose. Anche se sono vite e pure giovani e anche sconosciute.

Diciamo la verità: nessuno si sentirà in colpa per la morte di Charles Kirk, nemmeno chi da mesi va dicendo che Trump è matto, che è un nemico della società civile, che è un dittatore e che è un po’ un nazista. E quindi, essendo come Hitler, ne consegue che sia legittimo e anzi doveroso accopparlo (cosa che hanno tentato di fare per due volte). Corollario inevitabile: se non elimini Trump provaci con i suoi discepoli. Anzi, sono molto più pericolosi del rozzo Donald coloro i quali, invece di rinchiudersi nella club house di un circolo di golf, elaborano attorno al suo pensiero una teoria e - udite, udite (bestemmia in chiesa) - una cultura.

Come Kirk. Ucciso mentre parlava in un campus. Non in una sagra. E non c’è nulla di imprevisto: un sondaggio dello scorso maggio diceva che 38 americani su 100 giustificavano un assassinio di Trump, percentuale che saliva a 55 su 100 tra gli statunitensi di sinistra. Diciamo la verità: c’è un pensiero violento e autoritario, diffuso tanto tra i post comunisti quanto tra i sedicenti liberali e i sinceri democratici, che pensa che il presidente Usa sia un pericoloso autocrate. Anche se ha vinto due volte le elezioni.

Che poi sono gli stessi che - dopo aver denunciato la dittatura di Washington - leccano le pantofole, friniscono e fanno i selfie da influencer con Putin, Xi vestito da Mao e Kim Jong vestito da se stesso. Che sono ancora gli stessi che dopo aver armato di odio antropologico le folle, virtuali o reali che siano, si stupiscono se qualcuno mette mano a una pistola e commette un omicidio che per loro è sempre apocrifo, anche se ha nome, cognome e codice fiscale.

Prima c’erano gli utili idioti, ora i comodi pazzi.

Sono gli incendiari dell’odio “democratico”, che è il peggiore degli odii, perché cosparge dello zucchero delle buone intenzioni il calice pieno di veleno. Ora diciamo la nostra verità: fanno schifo e meritano tutto il nostro ribrezzo. E, anche se si sentono assolti, sono coinvolti.

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