Minacce e aggressioni: l'assedio islamista contro la scuola in Francia

Decine di scuole sotto sorveglianza, minacce all'ordine del giorno: lo zenit della capitolazione all'islamismo

Minacce e aggressioni: l'assedio islamista contro la scuola in Francia
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“La scuola della Repubblica è in pericolo”: non lascia grandi margini di interpretazione l’analisi della commissione d’inchiesta francese, gli insegnanti e la laicità sono sotto attacco. Lo scorso 6 marzo i senatori François-Noël Buffet (LR) e Laurent Lafon (Unione Centrista) hanno presentato le conclusioni del rapporto su pressioni, minacce e attacchi di cui sono vittima gli insegnanti. Tre anni dopo l’assassinio di Samuel Paty – ucciso e decapitato dal terrorista islamista per aver mostrato in classe le vignette di Charlie Hebdo – nulla sembra essere cambiato. Basti pensare a Dominique Bernard, l’insegnante accoltellato da un suo ex studente ad Arras lo scorso ottobre al grido di “Allah Akbar”.

Le tragedie di Paty e Bernard hanno spinto di Philippe Le Guillou, preside del liceo Maurice Ravel, a dimettersi dopo aver ricevuto minacce di morte. Il motivo? Aver fatto togliere il velo a una studentessa. Come evidenziato dal Foglio, a dimostrazione della gravità della situazione, quasi nessun quotidiano transalpino ha voluto scrivere il suo nome. Lo zenit della capitolazione all’islamismo, l’emblema di una gestione totalmente sbagliata del multiculturalismo. Sono decine gli istituti francesi sotto sorveglianza armata per minacce terroristiche serie. Scioccante il caso del liceo Jean-Perrin di Rezé, vicino a Nantes, dove alunni, genitori e docenti hanno ricevuto video online di decapitazioni.

Per il senatore Laurent Lafon, una delle grandi sfide è quella di difendere e promuovere la laicità della Francia. Un concetto che viene messo in discussione persino da alcuni docenti: “I più anziani hanno una visione classica, mentre i più giovani hanno una visione anglosassone”. Ma non solo. Come evidenziato da Liberation, sarà fondamentale agire sulla prevenzione della violenza nelle scuole, con il rafforzamento della prevenzione degli attacchi attraverso il dispiegamento di polizia e gendarmeria.

Ma le ultime notizie di cronaca pongono l’accento sull’urgenza di un intervento. Emblematico quanto registrato nell’Ardèche, dove un insegnante ha deciso di annullare la proiezione del film “Persepolis” dell’iraniana Marjan Satrapi. Il motivo è angosciante: “Alcuni studenti sono musulmani e le loro reazioni potrebbero mettermi in pericolo. Non siamo al sicuro dai fanatici”.

A dicembre ha destato scalpore il caso del Jacques-Cartier d’Issou, dove un insegnante è finito nella bufera per aver presentato durante la sua lezione di francese il quadro “Diana e Atteone” dipinto dall’italiano Giuseppe Cesari: proteste e persino minacce dagli allievi musulmani. Inaccettabile per gli islamici osservare un dipinto con donne svestite, senza dimenticare le presunte dichiarazioni razziste e islamofobe del docente. Sottovalutare questi allarmi sarebbe un errore madornale.

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