Minacce, missili e provocazioni: perché Kim vuole scatenare una guerra

Gli esperti ritengono che la situazione nella penisola coreana sia più pericolosa di quanto lo fosse nel 1950 alla vigilia della Guerra di Corea. Che cosa ha in mente Kim Jong Un?

Minacce, missili e provocazioni: perché Kim vuole scatenare una guerra
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Kim Jong Un sta davvero pianificando un attacco contro la Corea del Sud? Il presidente della Corea del Nord ha davvero intenzione di scongelare la Guerra di Corea, il conflitto fratricida tra le due Coree andato in scena dal 1950 al 1953, ma terminato soltanto con un armistizio senza alcun trattato di pace? Queste sono soltanto alcune delle domande che circolano tra i corridoi della Casa Bianca e del Pentagono. Detto altrimenti, gli Stati Uniti temono che Pyongyang voglia realmente alzare la posta in gioco. Con tutti i rischi connessi.

La pressione di Kim

"La situazione nella penisola coreana è più pericolosa di quanto lo sia mai stata dall’inizio di giugno 1950", ha scritto il sito 38 North, think tank specializzato in affari nordcoreani. Come suo nonno Kim Il Sung nel 1950, Kim terzo potrebbe aver preso la decisione strategica di entrare in guerra. Certo, non sappiamo quando o come il Grande Leader intenda premere il grilletto, ma il pericolo è già ben oltre gli avvertimenti di routine lanciati a Washington, Seoul e Tokyo.

I governi di mezzo mondo ritengono che Kim non oserebbe mai fare un passo del genere perché, stando a questa narrazione, Stati Uniti e Corea del Sud distruggerebbero il suo Paese nel caso in cui Pyongyang dovesse inaugurare un conflitto. Attenzione però, perché un'analisi del genere potrebbe semplicemente essere il risultato di una lettura errata della visione della storia di Kim. Una lettura in grado di portare ad un disastro.

In ogni caso, basta fare un breve recap delle mosse nordcoreane per assaggiare l'aria che si respira nella penisola coreana. La Corea del Nord ha sparato centinaia di proiettili di artiglieria nelle acque vicine ad alcune isole sudcoreane lo scorso 5 gennaio. Kim in persona ha quindi spiegato di non considerare più il Sud come abitato da "connazionali", ma come uno "Stato ostile" da soggiogare attraverso guerra. Il Nord ha infine testato un drone nucleare sottomarino per respingere i mezzi della Marina americana. È in un simile scenario che gli Usa e i loro partner asiatici si stanno interrogando sugli eventuali piani di Kim.

La (possibile) svolta della Corea del Nord

Come ha scritto il New York Times, per decenni una parte centrale del programma nordcoreano è coincisa con la volontà di mettere in scena provocazioni militari attentamente misurate e cronometrate: alcune mirate ad inasprire la disciplina interna, altre a richiedere l’attenzione dei suoi vicini e degli Stati Uniti. Ma per molti osservatori l’ultima serie di segnali lanciati Kim potrebbe essere diversa. Per alcuni analisti il Nord sia rimasto deluso dalla ricerca di un impegno diplomatico con l’Occidente, mentre altri sollevano la possibilità che il Paese stia pianificando un assalto improvviso alla Corea del Sud.

All’inizio del 2023, il tema dei preparativi bellici ha iniziato a comparire regolarmente nelle dichiarazioni di alto livello in Corea del Nord per il consumo interno. Ad un certo punto, Kim Jong Un ha persino resuscitato un linguaggio per richiedere "preparativi per una guerra rivoluzionaria per realizzare la riunificazione". Oltre a ciò, a marzo, autorevoli articoli apparsi sul quotidiano del partito hanno segnalato un approccio fondamentalmente e pericolosamente nuovo nei confronti della Corea del Sud, introducendo formulazioni che pongono Seoul alla stregua di un obiettivo legittimo per la potenza militare del Nord.

"Potrebbe sembrare una follia, ma la storia suggerisce che coloro che sono convinti di non avere più buone opzioni riterranno che

anche il gioco più pericoloso valga la candela", ha chiarito 38 North in merito alle possibili intenzioni belliche di Kim. Che, ricordiamolo, può comunque contare su 50-60 testate nucleari.

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