Cronaca internazionale

Kissinger avverte l'Europa sull'immigrazione: "Sbagliato far entrare troppe persone"

"È stato un grave errore far entrare così tante persone di cultura, religione e valori totalmente diversi", in Germania. Parola dell'ex segretario di Stato Usa Henry Kissinger

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L'ex segretario di Stato Usa Henry Kissinger, veterano della diplomazia Usa, lancia l'allarme contro l'immigrazione fuori controllo in Europa. "È stato un grave errore far entrare così tante persone di cultura, religione e valori totalmente diversi, perché si crea un gruppo di pressione all'interno di ogni Paese che lo fa", ha dichiarato l'ex diplomatico americano in un'intervista andata in onda sulla rete televisione tedesca Welt, la scorsa settimana. L'ex consigliere per la sicurezza nazionale è stato intervistato da Mathias Döpfner, Ceo di Axel Springer, la società di media proprietaria, tra le altre, della testata Politico.

Le parole del veterano della politica estera Usa

Heinz Alfred Kissinger, conosciuto ai più semplicemente come Henry Kissinger, ha festeggiato i 100 anni lo scorso 27 maggio. Nato a Fürth, in Baviera, il 27 maggio 1923, nel 1938, a seguito delle leggi di Norimberga e del clima antisemita instaurato dal regime nazista, emigrò con la sua famiglia negli Stati Uniti e si stabilì a New York. Dopo aver ottenuto la cittadinanza statunitense, venne arruolato nella fanteria combattendo nell’offensiva delle Ardenne (1944), partecipando anche alla liberazione di un campo di concentramento. Dopo la brillante carriera ad Harvard, nel 1969, il presidente Richard Nixon scelse Kissinger come suo consigliere per la sicurezza nazionale: nel settembre 1973 venne nominato segretario di Stato, carica che mantenne anche nell’amministrazione Ford a seguito delle dimissioni di Nixon provocate dello scandalo Watergate.

Il grande architetto della politica estera americana si è detto "addolorato" nel vedere le immagini degli arabi immigrati in Germania che celebravano per le strade delle città tedesche l'assalto terroristico di Hamas del 7 ottobre scorso. "Il conflitto in Medio Oriente rischia di aggravarsi e di coinvolgere altri Paesi arabi sotto la pressione della loro opinione pubblica", ha avvertito Kissinger, ricordando le lezioni apprese dalla guerra dello Yom Kippur del 1973, quando una coalizione araba guidata da Egitto e Siria attaccò Israele. Il vero obiettivo di Hamas e dei suoi sostenitori "può essere solo quello di mobilitare il mondo arabo contro Israele e di uscire dalla strada dei negoziati pacifici", ha detto l'ex segretario di Stato Usa alla tv tedesca. Secondo l'anziano diplomatico, è anche "possibile" che Israele si scagli contro l'Iran, se ritiene che Teheran abbia avuto un ruolo nell'attacco.

La questione sollevata da Kissinger

Come nota Sumantra Maitra sulal rivista the American Conservative, l'ex consigliere di Nixon solleva un quesito essenziale - con buona pace dei "buonisti" - sulla tenuta democrazia in Europa. L'immigrazione, infatti, è buona e persino benefica quando è limitata e orientata al merito. È quasi inevitabilmente negativa quando è una migrazione di massa incontrollata di orde di uomini che non provano alcuna realtà verso la loro nuova terra. Anzi, magari la disprezzano, come nel caso degli elementi radicalizzati. L'immigrazione di massa, nota Maitra, "dà luogo a società parallele che alla fine hanno sempre bisogno di un potere dispotico o imperiale centralizzato per mantenere la pace etnica".

La questione, in ultima analisi, scrive sempre Maitra, si riduce a questo: a chi è leale un migrante, tanto più non integrato e magari irregolare? Al suo vecchio Paese o alla sua nuova terra? Le bandiere di Hamas per le strade europee rispondono a questa domanda.

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