"Mia figlia Indi non merita di morire". Rinviato a domani il distacco dai macchinari

Il possibile cambio di giurisdizione per il caso di Indi Gregory ha fermato lo stop dei macchinari che lo tengono in vita: la famiglia continua a sperare

"Mia figlia Indi non merita di morire". Rinviato a domani il distacco dai macchinari
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C'è ancora speranza per la piccola Indi Gregory. Il distacco dei macchinari era previsto per le 15 italiane, poi spostato alle 17, ma alla fine c'è stato un ulteriore slittamento. L'appello sulla possibilità di trasferire la giurisdizione del caso al giudice italiano verrà discusso domani a partire dalle ore 12 ora inglese, le 13 in Italia, e di conseguenza il termine per il distacco dei supporti vitali è prorogato fino all'esito di tale udienza. A darne notizia sono stati i legali della famiglia, che ancora sperano di poter portare la bambina in Italia per poter provare una cura diversa al Bambin Gesù di Roma.

"Indi è una combattente: lei vuole vivere, e non merita di morire", ha detto il padre della bambina un in video condiviso sui canali social di Pro Vita & Famiglia. "Io e Claire siamo devastati e affranti dalla decisione presa dal giudice oggi. L'NHS (il sistema sanitario pubblico inglese, ndr) sta cercando di impedirci di andare in Italia, e ci ha anche impedito di portare Indi a casa per le cure palliative di fine vita", ha detto ancora Dean Gregory, che non si rassegna alla decisione dei giudici di staccare la bambina dai macchinari. Lui e la moglie vogliono tentare il tutto per tutto portando la bambina in Italia e per questa ragione il nostro Paese ha concesso a Indi la cittadinanza italiana con procedura d'emergenza.

Ma anche questo non è servito a convincere il giudice. "Siamo molto agitati per l'estubazione, e molto preoccupati per la vita di Indi", ha proseguito l'uomo. Comprensibile la voglia dei genitori di non rassegnarsi al destino della bambina: "Abbiamo presentato una richiesta urgente, i nostri avvocati stanno lavorando duramente, e hanno presentato una richiesta urgente alla Corte, perchè faremo ricorso in appello. Voglio ringraziare il consolato italiano a Manchester per l'aiuto, il governo, il presidente e il popolo italiano".

Il legale della famiglia ha spiegato che è stata attivata la procedura dell'articolo 9, che prevede che il giudice competente italiano si è messo in contatto con il giudice competente inglese e gli atti sono stati trasmessi alla Corte d'Appello.

Inoltre, sono stati avviati anche i contatti tra Roma e Londra: la Presidenza del Consiglio dei Ministri dell'Italia ha scritto al Ministero della Giustizia britannico come previsto dall'art 32 della Convenzione dell'Aia del 1996.

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