Alle prime ore del mattino, uomini armati hanno fatto irruzione all’interno della struttura della St. Mary’s School, un istituto cattolico con funzioni di boarding school (internato) nel distretto di Agwara, in Nigeria. La scuola ospita sia studenti delle secondarie che dell’elementari, ma il nucleo dell’attacco ha riguardato i dormitori per gli studenti più grandi.
Secondo l’Christian Association of Nigeria (CAN) sono stati rapiti almeno 303 studenti insieme a 12 insegnanti: la cifra è stata resa nota dopo una verifica e un censimento finale. Una parte significativa degli studenti – circa 88 – sarebbe stata catturata mentre tentava la fuga durante l’attacco.
La scuola, stando alle prime ricostruzioni, è situata in un’area remota, vicina a una strada principale che collega le località di Yelwa e Mokwa. Il complesso comprende, secondo immagini satellitari e descrizioni, oltre 50 edifici tra aule e dormitori. Testimoni locali riferiscono che non era presente una forte presenza di forze dell’ordine: solo guardie locali e sorveglianza minima, senza adeguato dispiegamento di polizia o militari al momento dell’attacco.
Un comunicato governativo ha affermato che era stata ricevuta un allerta preventiva che segnalava un aumento del rischio nella zona e che – secondo lo Stato – la scuola aveva riaperto senza notificare o ottenere un’autorizzazione governativa, esponendosi così a "rischio evitabile".
Nel frattempo, le forze di sicurezza sono state attivate: l’unità tattica della polizia statale e l’esercito sono stati inviati a perlustrare le foreste circostanti nella speranza di individuare i mezzi usati dai rapitori e i giovani trattenuti.
Questo attacco si inserisce in un contesto più ampio di intensificazione dei rapimenti scolastici nella Nigeria centrale e nord-occidentale. Il rapimento è avvenuto appena quattro giorni dopo che 25 studenti erano stati sequestrati in circostanze simili nella vicina città di Maga, nello stato di Kebbi, a 170 chilometri di distanza. Nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità per i rapimenti e le autorità hanno dichiarato che sono state dispiegate squadre tattiche insieme ai cacciatori locali. Le motivazioni dietro questi attacchi sembrano legate al fenomeno dei cosiddetti “banditi” – gruppi armati che operano in zone boschive o rurali, spesso coinvolti in rapine, sequestri per riscatto, e conflitti con comunità agricole.
Sul piano istituzionale, l’evento ha
provocato reazioni forti: il presidente della Nigeria, Bola Tinubu, ha cancellato viaggi previsti per affrontare la crisi e sollecitato un’intensificazione della risposta dello Stato alla sicurezza delle scuole.