God Save the Bbc. O forse no. La celebre emittente britannica è finita coinvolta nella ridda di polemiche intorno alla guerra di Hamas contro Israele. Il motivo? Il network – e dunque i giornalisti – si rifiutano di definire "terroristi" i miliziani che stanno attaccando lo Stato ebraico al cuore con bombardamenti, incursioni, infiltrazioni, stupri, massacri e omicidi casa per casa. Una scelta che ha scatenato l'ira del ministro della Difesa inglese Grant Shapps, intervenuto pubblicamente per denunciare l'atteggiamento della testata nazionale del Regno Unito.
"Penso che sia al limite del vergognoso questa idea che ci sia una sorta di equivalenza, e loro diranno sempre che ci sono due parti", ha dichiarato il capo delle forze armate di Sua Maestà di recente nominato al posto di Ben Wallace. "Non sono combattenti per la libertà, non sono militanti, sono terroristi puri e semplici ed è notevole andare sul sito della Bbc e vederli ancora parlare di uomini armati e militanti senza chiamarli terroristi", ha proseguito.
La reprimenda dell'esponente del governo Sunak è arrivata dopo le condanne di vari centri ebraici tra cui il Simon Wiesenthal Center. Le linee guida della Bbc sul conflitto israelo-palestinese chiedono un approccio imparziale, sopra le parti, in particolar modo prudente sull'impiego del termine "terrorismo". "Il terrorismo è un argomento difficile ed emotivo, con significative sfumature politiche, ed è necessario prestare attenzione all'uso di un linguaggio che esprime giudizi di valore", stabilisce il documento online. "Non dovremmo usare il termine 'terrorista' senza attribuzione in quanto è un ostacolo piuttosto che un aiuto alla comprensione. La rete suggerisce ai suoi dipendenti consigliando invece l'uso di parole come "bombarolo", "attentatore", "individuo armato", "rapitore", "insorto" e "militante".
Regole incompatibili prima di tutto con la legge britannica. Secondo il Terrorism Act, provvedimento approvato da Westminster nel 2000, un atto può essere definito terroristico se viene perseguito con lo scopo di promuovere una causa politica, religiosa, razziale o ideologica. Non solo: il governo di Londra ha inserito nel 2001 Harakat al-Muqawamah al-Islamiyyah (Hamas) nell'elenco delle organizzazioni terroristiche.
John Simpson, storico reporter e volto della tv di Stato, si è difeso accusando la politica inglese di essere consapevole e connivente con le ragioni dietro la mossa della Bbc. "Chiamare qualcuno 'terrorista' significa schierarsi e smettere di trattare la situazione con la dovuta imparzialità", ha scritto Simpson sul suo account X. "Il compito della Bbc – prosegue – è quello di presentare i fatti al suo pubblico e lasciare che sia lui a decidere cosa pensare, onestamente e senza sproloqui. È per questo che, in Gran Bretagna e nel mondo, quasi mezzo miliardo di persone ci guarda, ci ascolta e ci legge. C'è sempre qualcuno che vorrebbe che noi sproloquiassimo. Mi dispiace, non è il nostro mestiere".
Peccato che le direttive sull'imparzialità, enunciate dalla stessa azienda, facciano una notevole e solare eccezione su temi che non accettano compromessi. "Neutralità equilibrata non significa neutralità assoluta su ogni questione o il distacco dai principi democratici fondamentali", si legge. Una posizione chiaramente contraddittoria, tuttavia comune ad altre autorevoli testate giornalistiche anglosassoni, come Associated Press e Reuters, che si impongono un linguaggio asettico nel senso più assoluto per qualsiasi argomento legato alla violenza. ll confronto è però inappropriato, trattandosi di due agenzie di stampa internazionali.
L'ossessione per l'obiettività del
racconto non è del tutto errata: i giornalisti verificano ed espongono fatti e devono descrivere la realtà oggettiva. Ma che Hamas sia un'organizzazione terroristica non è un fatto, peraltro incontrovertibile?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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