
L'FBI ha inaugurato un nuovo ufficio nel cuore dell'Asia-Pacifico. Il direttore del Federal Bureau of Investigation degli Stati Uniti, Kash Patel ha spiegato che l'apertura della struttura a Wellington, capitale della Nuova Zelanda, punta a contrastare l'influenza della Cina nella regione. L'accordo allinea così il Paese già membro dei Five Eyes alle missioni dell'FBI in altri Paesi dell'alleanza, che comprende anche Usa, Australia, Canada e Regno Unito. Il sito di Wellington fornirà una sede locale al personale dell'FBI che dal 2017 opera sotto la supervisione di Canberra, in Australia. In un video pubblicato giovedì dall'ambasciata degli Stati Uniti, Patel ha affermato che l'ufficio contribuirà a contrastare l'influenza del Partito Comunista Cinese nel conteso Oceano Pacifico meridionale.
Il nuovo ufficio dell'FBI in Nuova Zelanda
I ministri neozelandesi che hanno incontrato Patel, il più alto funzionario dell'amministrazione Trump in visita in Nuova Zelanda, hanno respinto le sue affermazioni. Una dichiarazione del governo locale ha sottolineato gli sforzi congiunti contro crimini come lo sfruttamento dei minori online e il traffico di droga, senza però menzionare la Cina. "Durante il nostro colloquio non abbiamo mai sollevato la questione", ha dichiarato il ministro degli Esteri Winston Peters. Judith Collins, ministro per i servizi di sicurezza, ha affermato che l'attenzione sarà concentrata sulla criminalità transnazionale. "Non rispondo ai comunicati stampa di altre persone", ha dichiarato ai giornalisti che le hanno fatto notare che Patel aveva menzionato la Cina.
Il ministro del Commercio Todd McClay ha respinto l'ipotesi di un giornalista secondo cui Wellington avrebbe "celebrato" l'apertura dell'ufficio. "Non credo che ci sia stata alcuna celebrazione", ha affermato. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, in conferenza stampa ha denunciato le dichiarazioni di Patel. "La Cina ritiene che la cooperazione tra paesi non debba prendere di mira terzi", ha affermato, "cercare la cosiddetta sicurezza assoluta formando piccoli gruppi sotto la bandiera della lotta alla Cina non contribuisce a mantenere la pace e la stabilità nell'Asia-Pacifico e nel mondo in generale".
Gli Usa e i Five Eyes
La Nuova Zelanda, il più piccolo partner dei Five Eyes, ha subito continue pressioni affinché si allineasse alla posizione degli Stati Uniti nei confronti della Cina, suo principale partner commerciale, mantenendo al contempo un delicato equilibrio nelle relazioni con Pechino. Gli analisti hanno affermato che le dichiarazioni del direttore dell'FBI potrebbero ostacolare tali sforzi, anche se la Nuova Zelanda ha già affrontato sfide simili in passato.
A giugno, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Pete Hegseth ha affermato che la Cina rappresenta una minaccia imminente e ha esortato i paesi dell'Indo-Pacifico ad aumentare la spesa militare al 5% del Pil. La Nuova Zelanda ha tradizionalmente evitato di puntare il dito contro singoli Paesi quando si discute di tensioni regionali.
Parliamo del resto di un paese di 5 milioni di abitanti che un tempo era considerato dalle potenze più grandi di scarsa importanza strategica.
Ma la sua posizione e la sua influenza nel conteso Oceano Pacifico meridionale, dove Pechino ha cercato di corteggiare le nazioni insulari più piccole negli ultimi dieci anni, hanno aumentato il suo fascino per Paesi come gli Stati Uniti.