Dimenticate il tempo in cui il rosa e il celeste definivano la differenza tra bambine e bambine. L’ultima follia radicale politicamente corretta arriva (guarda caso) dagli Stati Uniti, in particolare dalla California, e sono i giocattoli senza genere. Come se già non fosse di per sé assurda l’idea di realizzare giocattoli «gender neutral» compiendo un ulteriore passo nella diffusione del gender tra i bambini, il governo californiano ha ben pensato di introdurre un obbligo di vendita per legge. Oltre allo sbaglio di intervenire per legge in una dinamica di mercato impedendo ai rivenditori di poter scegliere in libertà cosa vendere, la decisione è particolarmente grave perché colpisce i bambini cercando di imporre la teoria del gender. La legge, approvata nel 2021, è entrata in vigore dal 1 gennaio e si basa sul concetto di «reasonable selection», «selezione ragionevole» ed è stata promossa dal deputato democratico Evan Low.
Low al tempo dell’approvazione raccontò di essere stato ispirato da una bambina di 8 anni che gli chiese: «Perché un negozio deve dirmi se una maglietta o un giocattolo è per una ragazza?». «La legge – spiegò a suo tempo Low – aiuterà i bambini ad esprimersi liberamente e senza pregiudizi». Eppure non c’è nulla di «ragionevole» in questa norma che contribuirà a creare ancor più confusione nei bambini in un’età molto delicata cercando di mettere in discussione un concetto naturale come la divisione dei sessi e la differenza tra maschi e femmine.
Così, in un’epoca di confusione culturale ed educativa come quella attuale, è giusto riaffermare la necessità di lasciare in pace i bambini facendoli giocare liberamente, i maschietti con le macchinine e le femminucce con le bambole, altroché giocattoli gender neutral e amenità simili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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