
Che cosa succederà ai sogni atomici dell'Iran? Gli attacchi sferrati dagli Usa contro alcune strutture strategiche di Teheran potrebbero aver soltanto scalfito le ambizioni nucleari degli ayatollah. Non a caso c'è chi ritiene che gli iraniani continueranno a perseguire il loro obiettivo in segreto, proprio come sta facendo da anni la Corea del Nord, e chi, invece, teme che Kim Jong Un possa offrire il suo contributo – più o meno indiretto – alla Repubblica Islamica, aiutandola a ottenere l'atomica. Basta, del resto, ascoltare il messaggio lanciato dal vicecapo del consiglio di sicurezza nazionale della Russia, Dimitri Medvedev, secondo cui, dopo la guerra tra Iran e Israele "molti Paesi forniranno a Teheran armi nucleari". In quei "molti Paesi" c'è un chiaro riferimento alla Corea del Nord, una nazione che da tempo collabora militarmente con l'Iran.
Kim studia i raid Usa in Iran
"I nordcoreani sono ancora in Iran ad aiutare Teheran con i suoi programmi missilistici e di armi nucleari", ha dichiarato Bruce Bennett, analista di lunga data delle forze armate nordcoreane e ora in forza alla RAND Corporation. Pare che gli esperti militari di Kim stiano valutando i danni causati dalle bombe GBU-57 da 30 tonnellate sganciate dai B-2 statunitensi sul sito nucleare iraniano di Fordow profondamente fortificato. Il motivo è semplice: raid del genere potrebbero paralizzare gli impianti nucleari di Pyongyang?
Evans Revere, ex diplomatico americano di alto rango a Seoul, ha offerto una valutazione emblematica: "La Corea del Nord possiede decine di testate nucleari immagazzinate e sparse in tutto il Paese. È improbabile che un attacco statunitense possa distruggere tutte queste armi prima che alcune di esse possano essere lanciate". In sostanza, e a differenza dell'Iran, la Corea del Nord non è una potenziale minaccia nucleare, ma una vera e propria potenza nucleare.
In ogni caso il deputato statunitense Jim Himes, membro di spicco della Commissione Intelligence della Camera Usa, ha spiegato alla MSNBC di essere preoccupato del fatto che l'attacco ai siti nucleari iraniani possa aver costretto Teheran ad abbandonare la diplomazia ponendo fine a ogni possibilità di trasparenza sul proprio programma nucleare. Anche qui torna l'ombra lunga della Nord Corea...
La Corea del Nord può aiutare Teheran?
Secondo Bennett potrebbero esserci ancora oggi svariati tecnici nordcoreani in Iran. Il loro compito? Aiutare i pasdaran a sviluppare il proprio arsenale, sia convenzionale che nucleare. L'indiscrezione è rafforzata dalla storica collaborazione militare che intercorre tra la Repubblica Islamica e la Repubblica Popolare Democratica di Corea. Pyongyang ha infatti assistito Teheran nella realizzazione dei missili a medio raggio Shahab 3, plasmati tra il 1998 e il 2023 in seguito a un restyling dei Nodong nordcoreani. Dovrebbe esserci lo zampino della Nord Corea anche nello sviluppo del razzo spaziale Simorgh.
Secondo quanto riportato dallo stesso Bennett al New York Sun, i nordcoreani sarebbero ancora adesso fondamentali per il programma atomico iraniano. Anzi: alcuni ingegneri e tecnici si troverebbero proprio in Iran per collaborare con i pasdaran. E non è da escludere l'ipotesi che alcuni di loro possano essere morti negli impianti nucleari colpiti dai B-2 statunitensi.
Tra le altre indiscrezioni sollevate – impossibili da confermare – citiamo il supporto che Pyongyang potrebbe aver dato a Teheran nello scavare tunnel profondi per proteggere gli impianti strategici e, soprattutto, l'eventualità che Kim possa vendere agli ayatollah alcune testate nucleari.
"Come misura estrema Kim potrebbe vendere all'Iran una o più testate nucleari da far esplodere in atmosfera con un esperimento per dimostrare che gli attacchi avversari non hanno fermato il programma atomico", ha dichiarato lo stesso Bennett.