Cronaca internazionale

Allarme Usa sull'arsenale della Cina: "Raddoppierà testate nucleari entro il 2030"

Secondo il Pentagono l'arsenale nucleare della Cina è ben più grande delle previsioni e conta, a maggio, 500 testate nucleari, ovvero 100 in più rispetto allo scorso anno

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Un aumento di 100 testate nucleari rispetto all’anno precedente, per un arsenale formato da oltre 500 ordigni. Una Marina in continua ascesa, con 370 navi e sottomarini in servizio rispetto ai 340 rilevati nell’ultima registrazione. E ancora: legami approfonditi con svariati Paesi, Russia in primis, che potrebbero contribuire ad accrescere la qualità nel caso di un’ipotetica guerra. Il Pentagono ha analizzato gli ultimi sviluppi militari della Cina trovandosi di fronte a sorprese inaspettate. Non solo perché Pechino ha superato le precedenti proiezioni tratteggiate dagli esperti, ma anche perché le ultime proiezioni del dipartimento della Difesa Usa parlano di un raddoppiamento delle testate nucleari del Dragone da qui al 2030.

Il rafforzamento militare della Cina

Il Pentagono ha diffuso l’ultimo China Military Power Report mentre il governo statunitense è impegnato ad organizzare un incontro faccia a faccia tra il presidente Joe Biden e il leader cinese Xi Jinping, che potrebbe tenersi in California il mese prossimo in occasione dell’Apec. Un alto funzionario del Dipartimento della Difesa Usa ha affermato che le ultime stime sull'arsenale nucleare cinese sono "sulla buona strada per superare le proiezioni precedenti", rifiutando tuttavia di fornire numeri più specifici. Certo è che le analisi di un anno fa parlavano di una Cina che avrebbe avuto 1.000 testate entro il 2030 e 1.500 entro il 2035.

"Quello che stanno facendo adesso, se lo confronti con quello che facevano circa dieci anni fa, lo supera di gran lunga in termini di portata e complessità", ha detto il funzionario riferendosi ai cinesi. "Si stanno espandendo e stanno investendo nelle loro piattaforme di lancio nucleare terrestri, marittime e aeree, nonché nelle infrastrutture necessarie per supportare questa espansione piuttosto importante delle loro forze nucleari", ha aggiunto la fonte, citata dal sito Politico.

L’analisi del Pentagono

Secondo il Pentagono, la Cina probabilmente utilizzerà i suoi nuovi reattori “autofertilizzanti” e le strutture di ritrattamento per produrre plutonio per il suo crescente programma di armi nucleari. E questo, hanno sottolineato gli Usa, nonostante i funzionari cinesi sostengano pubblicamente che tali strutture siano destinate a “scopi pacifici”.

Inoltre, si legge nello stesso rapporto, il Dragone ha probabilmente completato la costruzione dei suoi tre nuovi campi per silos missilistici a combustibile solido nel 2022, compresi almeno 300 nuovi silos missilistici balistici intercontinentali, e avrebbe caricato "almeno alcuni" missili balistici intercontinentali all’interno degli stessi.

L’espansione militare di Pechino non si limita al solo arsenale nucleare. Come negli anni precedenti, la Cina ha continuato ad espandere la sua marina, passando dalle 340 navi e sottomarini in servizio dell’anno scorso a più di 370 quest’anno. Il bilancio annuale della difesa cinese dovrebbe invece aumentare del 7,1%.

L’ombra della corsa al riarmo

Le scorte nucleari di Pechino sono ancora molto inferiori a quelle della Russia o degli Stati Uniti. A gennaio la Russia aveva 5.889 testate nucleari; gli Stati Uniti 5.244, secondo l'istituto indipendente Stockholm International Peace Research Institute. Tuttavia, la Cina ha rifiutato di impegnarsi in trattative sugli armamenti con gli Stati Uniti e la Russia, sostenendo che gli arsenali delle altre due nazioni sono molto più grandi del proprio.

Come se non bastasse, la Russia a febbraio ha annunciato che avrebbe sospeso la partecipazione al nuovo trattato di riduzione delle armi strategiche con gli Stati Uniti, che limita le forze nucleari dei due Paesi.

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