
Non bastava l'immane tragedia di aver perso i propri cari nello schianto del Boeing 787 Air India che il 12 giugno scorso si è schiantato dopo il decollo provocando 260 morti: i familiari delle vittime, adesso, non possono nemmeno piangere i loro affetti a causa di scambi di persona nella consegna delle salme.
La denuncia dei familiari
La notizia è stata data dal tabloid britannico Daily Mail spiegando cosa sarebbe accaduto con una sofferenza ancora più grande per le famiglie in lutto perché alcune salme dei loro cari sono state identificate in maniera errata prima di essere riportate a casa. I parenti delle vittime in questione, infatti, non hanno ancora potuto eseguire i funerali dopo essere stati informati che nella loro bara si trovava il corpo di un passeggero sconosciuto e non di un loro familiare.
La scoperta con l'esame del Dna
Il tabloid spiega che si sarebbero verificati altri casi definiti giustamente "angoscianti" in cui si sono ritrovati dei resti "mescolati" di più persone uccise nell'incidente ed erroneamente messi stessa bara. Soltanto dopo aver scoperto l'errore si è reso necessario separarli prima che l'internamento potesse avere luogo. A scoprire la verità è stata la dottoressa Fiona Wilcox, medico legale della zona ovest di Londra, che ha cercato di verificare l'identità dei passeggeri britannici rimpatriati confrontando il loro Dna con i campioni forniti dalle famiglie.
Nelle ultime ore, parallelamente a Londra e in India è stava avviata un'inchiesta di alto livello su questo scandalo: il Primo Ministro britannico, Keir Starmer, è intenzionato ad esprimere le sue preoccupazioni all'omologo indiano Narendra Modi durante la visita di Stato in Gran Bretagna che avverrà in questa settimana.
Il lavoro dell'avvocato britannico
Tra tutti i morti causati dallo schianto del Boeing 787 circa 30 secondi dopo il decollo da Ahmedabad che sarebbe dovuto atterrare a Londra Gatwick, 52 di essi erano cittadini britannici: il Daily Mail fa sapere anche che alcune vittime sono rimaste in India perché cremate o sepolte direttamente sul luogo mentre sarebbero stati già rimpatriati in Regno Unito i resti di una dozzina di persone. A occuparsi di questa vicenda ma soprattutto della ricostruzione dei fatti che stanno dietro all'immane tragedia è l'avvocato Healy-Pratt. "Ho trascorso l'ultimo mese nelle case di queste adorabili famiglie britanniche e la prima cosa che vogliono è riavere indietro i loro cari", ha dichiarato al tabloid. "Alcuni di loro hanno i resti sbagliati e sono chiaramente sconvolti. La situazione va avanti da un paio di settimane e penso che queste famiglie meritino una spiegazione".
L'avvocato sta cercando di
ricostruire minuziosamente cosa è accaduto dal 12 giugno in poi nel processo di recupero e identificazione, a partire da quando i corpi delle vittime sono stati estratti dai rottami del Boeing fino al loro arrivo in Gran Bretagna.