Cronaca internazionale

Tajani in Kazakistan per rafforzare la cooperazione bilaterale

Il titolare della Farnesina ha appena concluso un'intensa tre-giorni ad Astana, la prima per un ministro degli esteri italiano dal 1997, portando a casa una serie di accordi strategici.

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Il partenariato strategico tra Italia e Kazakistan, già florido ed esteso, è stato ulteriormente rafforzato dalla storica tre-giorni di Antonio Tajani ad Astana. Storica perché era dal 1997, quando alla Farnesina si trovava Lamberto Dini, che un ministro degli esteri italiano non capitanava una missione nelle terre kazake. Storica perché i documenti firmati da Tajani sono l'ultima ed ennesima evidenza dell'ottimo stato di salute di cui gode l'asse italo-kazako.

Il contenuto degli accordi

Il giro di Astana di Antonio Tajani è stato un successo. Il vice-premier italiano e l'omologo kazako, Murat Nurtleu, hanno siglato degli accordi e delle dichiarazioni d'intenti aventi il duplice obiettivo di espandere/rafforzare le relazioni bilaterali e di coordinare le azioni dei due paesi nei fori multilaterali.

"Strategico" è l'aggettivo che Tajani e Nurtleu hanno utilizzato maggiormente nel corso della delicata missione per descrivere, ciascuno, lo stato di salute dei rapporti tra i due paesi e le prospettive del loro sviluppo. Descrizione corroborata e sostenuta dai numeri sull'interscambio commerciale bilaterale, che è aumentato dai 9,6 miliardi di dollari del 2021 ai 14,9 miliardi di dollari registrati a fine 2022, e sulla ramificazione del sistema Italia in loco – composto da quasi 270 aziende a capitale italiano –, nonché da alcuni eventi-chiave recenti, come l'apertura di due parchi eolici targati Eni nella regione Aktobe e l'inaugurazione della rotta aerea Almaty-Milano.

Le parti, dopo aver fatto il punto sui frutti del partenariato strategico firmato nel lontano 2009, emblematizzato dai numeri di cui sopra e da altri fatti – l'Italia è, da anni, il terzo partner commerciale del Kazakistan (e il primo tra i paesi UE) –, hanno convenuto di elevare e potenziare ulteriormente la cooperazione bilaterale. Risultato: una dichiarazione congiunta pensata per approfondire investimenti, programmi e progetti congiunti in un'ampia gamma di settori: dalla digitalizzazione alla sicurezza idrica, dalla manifattura alla collaborazione interateneo.

Il futuro dell'asse Roma-Astana

Più cooperazione paese-paese e più coordinamento in sede internazionale; questa è la promessa, trascritta su carta, con cui Tajani e Nurtleu hanno concluso i lavori della missione organizzata dalla Farnesina ad Astana.

Nello specifico, le speranze-aspettative di Astana vertono sull'attrazione di investimenti italiani in settori critici per la sua sicurezza nazionale, come transizione verde e alta tecnologia, ma anche in mercati di nicchia, come moda ed eccellenze del Bel Paese, nonché nel supporto nostrano in sede UE in merito alla questione della liberalizzazione dei visti per i cittadini kazaki. Roma, invece, vorrebbe capitalizzare le risorse naturali di cui il sottosuolo kazako è ricco, dai combustibili fossili alle terre rare, e sveltire l'arrivo di una nuova riunione 5+1.

Ambedue i paesi hanno sottolineato l'importanza della dimensione culturale della cooperazione, attualmente espressa nell'esistenza di novantasette accordi di collaborazione interuniversitaria, e progettano di espanderla. Prima tappa di questa nuova fase del partenariato strategico italo-kazako sarà, prossimamente, l'apertura dell'Istituto italiano di cultura ad Almaty.

E chissà che la seconda non sarà rappresentata dall'inizio delle discussioni in merito all'adesione dell'Italia al Consiglio Turco come membro osservatore, che suggellerebbe la nostra trasmigrazione definitiva dal Mediterraneo al Türk dünyası.

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