Cresce la tensione politica e militare in Venezuela, mentre la leader dell’opposizione Maria Corina Machado lancia un appello diretto alle Forze Armate e, parallelamente, il governo di Nicolas Maduro rafforza la mobilitazione delle milizie civili.
Machado, figura di riferimento dell’antichavismo e Premio Nobel per la Pace, ha invitato "gli uomini che obbediscono agli ordini infami" del presidente Maduro a deporre le armi e a disobbedire al governo. “Il momento decisivo è imminente”, ha dichiarato in un messaggio diffuso sui social, facendo eco alla crescente pressione internazionale sul regime di Caracas.
La risposta del governo non si è fatta attendere. Il ministro dell’Interno Diosdado Cabello, considerato uno dei più influenti alleati di Maduro, ha esortato le milizie civili ad essere pronte a intervenire “in qualsiasi momento”. Intervenendo durante il giuramento di un reparto dei Comitati di Base Bolivariani (Cbbi), Cabello ha affermato che un’aggressione militare statunitense “può avvenire in qualsiasi momento”, invitando le strutture paramilitari chaviste alla massima vigilanza.
Gli analisti sottolineano che, sebbene un’invasione totale da parte USA resti improbabile, la mobilitazione americana — che comprende portaerei, sottomarini e forze speciali — e l’azione militare venezuelana, con ampie esercitazioni della milizia popolare, creano un cocktail di instabilità. In questo scenario, Machado punta a canalizzare la pressione internazionale e lo scontento interno attorno a una transizione pacifica, mentre Maduro e il suo governo rialzano il sipario della difesa nazionale, chiedendo una mobilitazione popolare e militare pronta a respingere ogni minaccia esterna.
Alti funzionari dell'amministrazione Trump, intanto, hanno tenuto tre incontri alla Casa Bianca questa settimana per discutere le opzioni per possibili operazioni militari in Venezuela, nel contesto della crescente presenza militare statunitense nei Caraibi. Venerdì scorso, Trump ha lasciato intendere che potrebbe arrivare presto una decisione sull'opportunità di intraprendere un'azione militare contro il Venezuela. "Non posso dirvi cosa sarebbe, ma ho già deciso", ha riferito ai giornalisti sull'Air Force One.
Uno dei funzionari ha affermato che un piccolo gruppo si è riunito mercoledì, seguito giovedì da un incontro molto più ampio a cui hanno partecipato il vicepresidente JD Vance, il segretario alla Difesa Pete Hegseth e il presidente dello Stato maggiore congiunto, il generale Dan Caine. La Casa Bianca non ha risposto immediatamente alla richiesta di commento.