Tim, l’uomo che sfida il veleno dei serpenti per dare all umanità l’”antidoto universale”

Qual è il potere di Tim? Essere immune agli attacchi di qualsiasi snake al mondo e, grazie al suo sangue “mitridizzato”, salvare la vita a chi è stato morso da cobra, crotali, vipere, taipan, bugnato e via avvelenando

Tim, l’uomo che sfida il veleno dei serpenti per dare all umanità l’”antidoto universale”
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Il servizio della Cnn è strisciato nelle case degli americani col sibilo di un serpente: “Man injects snake venom 856 times to create universal antivenom”, un uomo si è iniettato 856 volte il veleno dei serpenti per creare un antidoto universale”. Laura Coates è la conduttrice del programma e la sua espressione nell’ascoltate la testimonianza dell’uomo-cavia dice molto di questa storia che - come ha commentato Coates - “sembra un film di fantascienza”. Il video in questione è subito rimbalzato dall’emittente Usa sul web e nel giro di 24 ore ha raccolto milioni di “mi piace”, che in questo caso sarebbe meglio sostituire con un più adatto “mi sconvolge”. Per averne la riprova basta digitare in rete il nome “Tim Friede”, cioè il nome di questa specie di Sieroman, un personaggio che per le sue caratteristiche avrebbe tutti i titoli per aggiungersi ai supereroi Marvel.

Ma qual è il potere di Tim? Essere immune agli attacchi di qualsiasi snake al mondo e, grazie al suo sangue “mitridizzato”, salvare la vita a chi è stato morso da cobra, crotali, vipere, taipan, bugnato e via avvelenando. Non c’è killer a sangue freddo che possa avere la meglio sugli anticorpi di Tim che, dopo essersi salvato da bimbo dalle “zanne” di un mamba nero, da adulto ha trascorso vent’anni della sua vita a sperimentare su di sé l’”antidoto universale”. Gli scienziati hanno studiato il sangue “inscalfibile” di Friede con l’obiettivo di creare un siero salvavita con “copertura globale”. E pare siano sulla buona strada per realizzarlo. Intanto, le potenziali vittime ringraziano i ricercatori, ma soprattutto il coraggioso Tim che dice di essersi immolato alla causa “per semplice curiosità”. Friede ha iniziato a iniettarsi piccole dosi di veleno, aumentando poi gradualmente la quantità per cercare di sviluppare una tolleranza. Poi ha iniziato a farsi mordere direttamente dai serpenti che lui custodisce “amorevolmente” in casa . “All'inizio era molto spaventoso - ha raccontato alla Cnn- , ma più lo fai, più diventi bravo e più ti senti calmo".

Gli esperti dicono che il suo metodo segue il funzionamento del corpo: “Quando il sistema immunitario è esposto alle tossine del veleno dei serpenti - spiegano -, sviluppa anticorpi in grado di neutralizzare il veleno: Se si tratta di una piccola quantità di veleno, il corpo può reagire prima di essere sopraffatto. E se si tratta di un veleno che il corpo ha già incontrato, può reagire più rapidamente e gestire esposizioni maggiori”. Friede è sopravvissuto a morsi di serpente e iniezioni per quasi vent'anni e ha ancora un frigorifero pieno di veleno. Nei video pubblicati sul suo canale YouTube, mostra i segni gonfi dei morsi di mamba nero, taipan e cobra acquatico sulle braccia. “Volevo spingermi il più vicino possibile alla morte, fino al punto in cui mi trovo praticamente in bilico, e poi tirarmi indietro”, ha detto. Ma Friede voleva anche aiutare. Ha inviato un'e-mail a tutti gli scienziati che è riuscito a trovare, chiedendo loro di studiare la tolleranza che aveva sviluppato.

In uno studio pubblicato ieri sulla rivista Cell, Peter Kwong della Columbia University e i suoi collaboratori hanno condiviso ciò che sono riusciti a fare con il sangue unico di Friede: “Abbiamo identificato due anticorpi che neutralizzano il veleno di molte specie diverse di serpenti con l'obiettivo di produrre un giorno un trattamento in grado di offrire un'ampia protezione”.
Buon sangue (quello di Tim) non mente…

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