
La minaccia di imporre super dazi sui prodotti provenienti dalla Cina. La possibilità di incontrare Xi Jinping a Pechino e quella, un po' più complicata, di rivedere Kim Jong Un per ristabilire una linea diretta con la Corea del Nord. Donald Trump ha parlato di tutto questo a margine dell'incontro con il presidente sudcoreano, Lee Jae Myung, nello Studio Ovale della Casa Bianca. In realtà sono state ore a dir poco particolare quelle andate in scena prima del meeting. Già, perché Trump era intervenuto sui social media ipotizzando di non far più affari con Seoul a causa di una "purga o rivoluzione" che a detta del leader repubblicano sarebbe in corso in Corea del Sud. Lee è stato tuttavia abile nel disinnescare la minaccia di un meeting ostile elogiando il presidente statunitense e implorandolo di continuare a sostenere gli sforzi di pace in Corea.
Trump tende la mano a Kim
A proposito di pace in Corea, Trump ha dichiarato che lui e Kim Jong Un si conoscono e vanno "molto d'accordo". "Ho un rapporto molto buono con Kim Jong Un. Molte persone dicono è terribile. No, è buono. Infatti un giorno lo incontrerò di nuovo. Lo vedrò e non vedo l'ora", ha aggiunto il tycoon, accanto a Lee, dicendosi convinto di poter fare qualcosa per la penisola coreana. Non solo: il presidente statunitense ha affermato di credere di essere sulla stessa lunghezza d'onda del suo ospite, un progressista che con Pyongyang preferisce usare la diplomazia che non lo scontro.
The Donald si è vantato di aver risolto sette guerre in altrettanti mesi durante il suo mandato (affermazione in realtà contestata dai media) ma è rimasto in silenzio sulla Corea del Nord, nonostante l'insolita diplomazia personale con Kim andata in scena tra il 2017 e il 2021. Dal canto suo Lee, ex avvocato per i diritti dei lavoratori che in passato ha criticato l'esercito americano, ha lusingato il suo ospite e ha detto che Trump ha reso gli Stati Uniti "non un custode della pace, ma un artefice della pace". "Non vedo l'ora che tu possa incontrare il presidente Kim Jong Un, che si occupi della costruzione della Trump Tower in Corea del Nord e che giochi a golf", ha detto Lee a Trump.
Il messaggio alla Cina
Nell'incontro con Lee, Trump ha parlato anche della Cina minacciando Pechino di imporre una tariffa del 200% sui prodotti provenienti dal Paese asiatico se il Dragone non aumenterà le esportazioni di magneti in terre rare verso gli Stati Uniti. Xi Jinping "vuole che io vada in Cina", ha quindi aggiunto il presidente Usa parlando con i giornalisti nello Studio Ovale della Casa Bianca. Il tycoon ha specificato di aver parlato "recentemente" con il leader di Pechino, aggiungendo di voler "andare presto in Cina, probabilmente nel corso di quest'anno".
Le dichiarazioni di Trump sono arrivate dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato una partecipazione del 10% in Intel, uno dei maggiori produttori di chip semiconduttori al mondo, che si affida a materiali di terre rare per i propri prodotti.
Ricordiamo inoltre che la Cina è sempre più sensibile alle questioni relative alle terre rare e al controllo sulla loro fornitura, e che ad aprile ha aggiunto diversi articoli del genere alla sua lista di restrizioni all'esportazione, in risposta
agli aumenti tariffari imposti dagli Usa. Pechino rappresenta il 90% del mercato mondiale dei magneti, un settore fondamentale per prodotti chiave, tra cui i chip semiconduttori utilizzati in prodotti come gli smartphone.