"Stop ai contratti", "È negli Epstein files". Guerra aperta tra Trump e Musk

Rottura definitiva tra il presidente Usa e l'ex "Doge": "Elon se n'è andato quando ha scoperto che avremmo dovuto tagliare l'obbligo di veicoli elettrici". E Tesla brucia 100 miliardi di dollari

"Stop ai contratti", "È negli Epstein files". Guerra aperta tra Trump e Musk
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Nella Casa Bianca si consuma la rottura totale tra Donald Trump ed Elon Musk a pochi giorni di distanza dalla conferenza stampa congiunta dentro lo Studio Ovale dove si annunciava l'addio ufficiale (ma affettuoso) del secondo dall'amministrazione americana nel proprio ruolo di Doge. Il presidente degli Stati Uniti, dando vita a uno scontro definitivo in "diretta" si è detto infatti "sorpreso" e "molto deluso" dalla decisione del fondatore di Tesla di lasciare il dipartimento per l'efficienza governativa in polemica con la sua legge di bilancio. "Stava facendo un buon lavoro, sono sicuro che questo posto gli manchi", ha dichiarato Trump dalla propria sede istituzinale mentre stava incontrando il cancelliere tedesco Friedrich Merz, ribadendo di avere avuto "un rapporto grandioso" con Musk.

Questo perché i due avevano "un grande rapporto: non credo che lo avremo più", ha proseguito il capo degli Usa mentre parlava davanti ai cronisti presenti nell'ormai iconico Studio Ovale. "Mi è sempre piaciuto Elon. Avete visto le parole che ha speso per me - ha aggiunto -. Non ha detto nulla di brutto su di me. Non mi ha ancora criticato personalmente, ma probabilmente sarà la prossima cosa che farà - sottolinea -. Preferirei che criticasse me invece di criticare la legge di bilancio, perchè la legge è incredibile. È il maggior taglio delle tasse nella storia del nostro Paese, fa tantissimo per le imprese".

Le azioni di Tesla avevano perso terreno dopo le critiche espresse dallo stesso Musk al bilancio presentato da Trump e questa sera - dopo questo ultimo scontro - hanno bruciato in un paio d'ore a Wall Street circa 100 miliardi di dollari. Il patron di X aveva infatti definito tale legge come un "disgustoso abominio", aggiungendo un nuovo pesante affondo contro il disegno di legge usando proprio le parole del presidente americano in un suo vecchio post (del 2012), in cui contraddiceva quanto sta dichiarando a favore della "One Big Beautiful Bill": "Nessun membro del Congresso dovrebbe essere rieleggibile se il bilancio del nostro Paese non è in pareggio: i deficit non sono ammessi!", scrisse Trump. "Non potrei essere più d'accordo", ha commentato ironicamente Musk.

In ogni caso quest'ultimo - stando alle parole odierne di Trump - conosceva i meccanismi interni di questa legge "meglio di quasi chiunque altro qui seduto. Ne sapeva tutto. Non aveva alcun problema. All'improvviso ha avuto un problema, e se n'è andato solo quando ha scoperto che avremmo dovuto tagliare l'obbligo di veicoli elettrici, perchè si tratta di miliardi e miliardi di dollari. E posso capirlo...". Con un'ultima punta di veleno il presidente Usa dà il suo personale benservisto a Musk: "Se avete visto le dichiarazioni che ha fatto su di me, che sono sicuro possiate reperire molto facilmente, sono ancora fresche di registrazione, ha detto cose bellissime su di me, e non ha mai detto male di me personalmente - conclude -. Ma sono sicuro che lo farà molto presto. Ho aiutato tanto Elon e sono molto deluso da lui". Infine, il colpo finale: "Il modo più semplice per risparmiare denaro nel nostro bilancio, miliardi e miliardi di dollari, è quello di porre fine ai sussidi e ai contratti governativi di Elon. Mi ha sempre sorpreso che Biden non l'avesse fatto!".

Soprattutto a queste parole, Musk ha risposto a modo suo pubblicando un sondaggio sul suo X: "È ora di creare un nuovo partito politico in America che rappresenti effettivamente l'80% della popolazione di mezzo?". Pochi minuti dopo circa 260.000 persone hanno già votato, con l'84% che ha detto "sì". Il magnate di origine sudafricana ha ulteriormente aggiunto: "Oh, e qualche spunto di riflessione mentre riflettono su questa domanda: a Trump restano 3 anni e mezzo come presidente, ma io resterò in carica per più di 40 anni... ", continua Musk su X, in quella che sembra una risposta alle parole di Laura Loomer, l'influencer fedelissima di Trump, la quale ha precedentemente riferito che, alla luce dello scontro, parlamentari repubblicani stanno discutendo animatamente se sostenere il presidente o l'amministratore delegato di Tesla. "Conosco parlamentari che si chiedono se schierarsi con il presidente Trump o con Elon - aveva scritto Loomer sui social media -. Sono stata al Congresso tutto il giorno e non si parla d'altro. L'uomo più potente del mondo contro l'uomo più ricco del mondo".

E, come se tutto questo non dovesse bastare, il colpaccio pazzesco finale di Musk: "È il momento di sganciare la bomba più grande: Donald Trump è nei file di Epstein. Questo è il vero motivo per cui non sono stati resi pubblici. Buona giornata, DJT!".

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