Twitter "morosa": non paga gli affitti, il proprietario fa causa

Causa in corso al tribunale di San Francisco per i mancati pagamenti d'affitto della società Twitter negli uffici di San Francisco: la decisione di non pagare era già stata annunciata da Elon Musk

Twitter "morosa": non paga gli affitti, il proprietario fa causa

Nonostante i miliardi (in realtà sempre di meno) a disposizione, la società che gestisce Twitter di cui è diventato proprietario Elon Musk non paga più gli affitti mensili dei suoi uffici a San Francisco. Il proprietario dell'edificio ha quindi deciso di fare causa presso il tribunale statale della città. Gli arretrati ammontano addirittura a 136mila dollari e qualche spiccio secondo quanto riportato da CbsNews.

L'avvertimento prima di Natale

L'edificio in questione si trova sulla Columbia Reit - 650 California LLC: la società era stata avvertita lo scorso 21 dicembre che se il pagamento fosse risultato inampiente entro tale data, sarebbe stato avviato il processo civile da parte del proprietario. Twitter possiede i suoi tanti discussi uffici al trentesimo piano dell'Hartford Building, un grattacielo che si trova ai margini del distretto finanziario di San Francisco. Secondo le informazioni dell'emittente americana, la società che gestisce il social avrebbe un contratto di locazione di sette anni firmato nel 2017.

I tagli all'azienda

Sulla notizia avevamo già scritto qualche settimana fa quando lo stesso Musk aveva annunciato di non voler pagare anche tutti gli altri affitti delle sedi che Twitter possiede in giro per il mondo: tutto questo sarebbe stato fatto per recuperare dalle spese per l'acquisto della piattaforma nello scorso mese di ottobre costata 44 miliardi di dollari ma costata anche migliaia di licenziamenti ai propri ex dipendenti. La società è stata anche accusata da Private Jet Services Group, importante azienda di consulenza americana, che sostiene che Twitter non abbia pagato due voli charter di cui si è servita lo scorso mese di ottobre per un valore complessivo di 197mila dollari: anche in questo caso c'è un contenzioso in corso depositato presso il tribunale distrettuale del New Hampshire, stato americano nel New England, poche settimane fa. Per adesso, la società si sarebbe trincerata dietro a dei "no comment" quando la Cbs ha chiesto spiegazioni su queste spese mai sostenute.

La crisi economica del magnate e delle sue società è stata recentemente testimoniata anche dalle cessioni di milioni di azioni di Tesla praticamente 24 ore dopo aver acquisito Twitter grazie alle quali ha racimolato circa 3,6 miliardi di dollari, misura insufficiente per colmare il gap che abbiamo osservato e che non consente nemmeno il corretto pagamento mensile degli uffici.

Ma non è soltanto l'aspetto economico a far discutere da quando Musk ha acquistato uno dei social più seguiti al mondo: dalle modifiche (spunta blu) al sondaggio sulle eventuali sue dimissioni, sono state già numerose le "bravate" del magnate che non smetterà di far parlare di sé nemmeno nel 2023.

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