Fonti Usa: "Putin ha chiesto a Trump che Kiev ceda il Donetsk"

Le ultime notizie sul conflitto russo-ucraino. Il Wsj esorta Trump a fornire i missili Tomahawk

Diretta Fonti Usa: "Putin ha chiesto a Trump che Kiev ceda il Donetsk"
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I missili da crociera a lungo raggio Tomahawk tornano al centro della scena nella guerra tra Ucraina e Russia. È l'Editorial Board del Wall Street Journal questa volta a esortare il presidente Usa Donald Trump a consegnarli all'Ucraina, con un articolo di opinione pubblicato oggi. "Date i Tomahawk all'Ucraina, signor Presidente", è il titolo del pezzo in cui si argomenta che i missili potrebbero "essere un punto di forza per la pace, alterando la capacità di Vladimir Putin di portare avanti la sua guerra estenuante". Ieri il presidente Usa, ricevendo Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca, ha affermato che "la speranza è che non ci sia bisogno dei Tomahawk" e ha rimarcato che gli Stati Uniti ne "hanno bisogno" e che non possono rimanere senza. Intanto sull'incontro tra Trump e Vladimir Putin si è espressa la commissione Ue, con un messaggio del portavoce. "I Paesi membri possono concedere deroghe individuali alla chiusura dello spazio aereo europeo" nei confronti della Russia: spetta ai governi nazionali "autorizzare tali eccezioni".

Intanto le autorità ucraine hanno riferito che la Russia nella notte ha attaccato con 164 droni e tre sistemi missilistici terra-aria S-300. Di questi droni, 136 sono stati distrutti nel nord, sud, est e centro dell'Ucraina.

Putin ha chiesto a Trump che Kiev ceda il Donetsk

Vladimir Putin ha chiesto a Donald Trump che l'Ucraina ceda il pieno controllo di Donetsk, una regione strategicamente vitale nell'est del Paese, come condizione per porre fine alla guerra. Lo hanno riferito al Washington Post due alti funzionari americani. Putin ha tentato di conquistare il territorio per 11 anni ma è sempre stato respinto dalle forze ucraine, trincerate in un'area che ritengono essere un importante baluardo contro una rapida avanzata russa verso ovest, in direzione di Kiev.

Zelensky: "Trump non ha detto no sui Tomahawk, ma neanche sì"

"È positivo che il presidente Trump non abbia detto 'no, ma ad oggi non ha detto sì" ai missili Tomahawk all'Ucraina. Lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky in un'intervista a Nbc che andrà in onda domani, provando a mostrare ottimismo nonostante il tycoon non abbia dato luce verde ai missili in occasione della sua visita a Washington. Secondo il leader di Kiev, un esercito ucraino equipaggiato con missili Tomahawk sarebbe una seria preoccupazione per Putin. "Penso che Putin abbia paura che gli Stati Uniti ci forniscano i Tomahawk. E credo che abbia davvero paura che li useremo", ha detto. 

Cessate fuoco locale a Zaporizhzhia per lavori centrale nucleare

L'interruzione dell'alimentazione elettrica per 4 settimane ha costretto la centrale a dipendere dai generatori di riserva. Grossi - ministro degli esteri ucraino - spiega che le forze russe e ucraine hanno istituito zone speciali di cessate il fuoco per consentire lo svolgimento dei lavori in sicurezza. La ministra dell'Energia ucraina, Svitlana Grynchuk, ha confermato che specialisti ucraini sono stati coinvolti nel ripristino delle linee elettriche della centrale e ha affermato che il suo funzionamento stabile e il collegamento con la rete elettrica ucraina sono essenziali per prevenire un incidente nucleare. Ha anche affermato che è la 42esima volta dall'inizio dell'invasione su larga scala della Russia nel febbraio 2022 che le linee elettriche della centrale devono essere ripristinate. La centrale di Zaporizhzhia, la più grande centrale nucleare d'Europa, funziona con generatori diesel di emergenza dal 23 settembre, quando l'ultima linea elettrica esterna rimasta è stata interrotta in seguito ad attacchi per i quali la Russia e l'Ucraina si sono reciprocamente accusate. Dall'inizio dell'invasione russa la centrale si trova in un'area sotto il controllo russo e non è in servizio, ma ha bisogno di energia affidabile per raffreddare i suoi 6 reattori spenti e il combustibile esaurito, al fine di evitare incidenti nucleari catastrofici.

L'Fmi chiede e Kiev di svalutare la grivna

La Banca Nazionale dell'Ucraina (NBU) è stata sottoposta a pressioni da parte del Fondo Monetario Internazionale (FMI) affinché svalutasse la moneta nazionale. Lo riporta Bloomberg, citato da Ukrainska Pravda. Il FMI ha sottolineato i potenziali benefici di una svalutazione controllata della grivna come misura che potrebbe contribuire ad alleviare la difficile situazione finanziaria dell'Ucraina, aumentando le entrate di bilancio denominate nella valuta nazionale. I funzionari della NBU si oppongono a tale mossa, citando i rischi di inflazione e la reazione negativa dell'opinione pubblica, hanno affermato le fonti a condizione di anonimato poiché i colloqui si stanno svolgendo a porte chiuse. L'Ucraina ha ricevuto la maggior parte dei 15,6 miliardi di dollari USA previsti dal programma del FMI concordato nel 2023 e le due parti stanno ora negoziando un nuovo pacchetto del valore di 8 miliardi di dollari USA. Si prevede che la direttrice generale del FMI Kristalina Georgieva visiterà Kiev per dimostrare il sostegno del Fondo e per sostenere gli sforzi dell'Ucraina volti a ottenere finanziamenti aggiuntivi. Una svalutazione potrebbe aumentare le entrate nominali di bilancio, poiché i contratti di esportazione sono denominati in valuta estera. Tuttavia, i benefici attesi sono limitati, poiché il bilancio dell'Ucraina dipende fortemente dagli aiuti internazionali diretti, mentre la svalutazione potrebbe anche alimentare l'inflazione, erodendo la stabilità fiscale.

Budapest, vertice Usa-Russia perché noi continuiamo a negoziare

"Perché Budapest? Da ieri, in tutto il mondo molti si chiedono e speculano sul motivo per cui l'Ungheria sia stata scelta come sede dell'incontro tra i presidenti americano e russo. La risposta è semplice: siamo gli unici rimasti in Europa a percorrere ancora la via della pace". Lo ha scritto su X il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs. "Non abbiamo mai dato lezioni a nessuno, né quando erano al governo né quando erano all'opposizione. Non abbiamo mai chiuso i canali di dialogo. È difficile convincere qualcuno di qualcosa se ci si rifiuta di parlargli. E, cosa più importante, per anni abbiamo sostenuto con fermezza e coerenza la causa della pace. Cooperazione invece di confronto, rispetto reciproco invece di stigmatizzazione: questa è la via verso la pace", ha aggiunto. "Oggi l'Ungheria è l'unico paese in Europa dove esiste una reale possibilità che i colloqui tra Stati Uniti e Russia possano finalmente portare alla pace e dove forse le prospettive europee possono ancora essere prese in considerazione. Bruxelles potrà anche essersi isolata, ma noi continuiamo a negoziare", ha concluso.

Ucraina: Wsj, Trump dia missili Tomahawk a Kiev

L'Editorial Board del Wall Street Journal ha esortato il presidente Usa Donald Trump a consegnare all'Ucraina i missili Tomahawk. "Date i Tomahawk all'Ucraina, signor Presidente", è il titolo di un articolo di opinione pubblicato oggi dal quotidiano statunitense. "I missili da crociera a lungo raggio potrebbero essere un punto di forza per la pace, alterando la capacità di Vladimir Putin di portare avanti la sua guerra estenuante", si legge nell'articolo. Ieri il presidente Usa, ricevendo Volodymyr Zelesnky alla Casa Bianca, ha affermato che "la speranza è che non ci sia bisogno dei Tomahawk" e ha rimarcato che gli Stati Uniti ne "hanno bisogno" e che non possono rimanere senza.

Ue: "Paesi possono autorizzare corridoio aereo per Putin"

 "I Paesi membri possono concedere deroghe individuali alla chiusura dello spazio aereo europeo" nei confronti della Russia: spetta ai governi nazionali "autorizzare tali eccezioni". Lo riferisce un portavoce della Commissione Ue, spiegando che ciascuno dei Ventisette può decidere di aprire un corridoio aereo per consentire l'atterraggio in Ungheria del presidente russo Vladimir Putin per l'incontro con Donald Trump. Il divieto di viaggio Ue non si applica allo zar ma, viene precisato, il blocco dello spazio aereo europeo nei confronti dei velivoli russi "resta formalmente in vigore"

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