Esplosione di una petroliera nel Mediterraneo: è il quinto caso. Kiev: "È una "nave fantasma" russa"

Ancora una misteriosa esplosione al largo della Libia. La petroliera Vilamoura, per gli 007 ucraina "parte della flotta ombra di Mosca" viene rimorchiata in Grecia. Si tratta di un sabotaggio?

Esplosione di una petroliera nel Mediterraneo: è il quinto caso. Kiev: "È una "nave fantasma" russa"
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L'intelligence ucraina ha una cellula operativa in Libia? Un’altra petroliera collegata al traffico di greggio segreto architettato del Cremlino è rimasta vittima di una misteriosa esplosione mentre era in transito nel Mediterraneo. Proprio al largo delle coste libiche. Per gli agenti ucraini si tratta di una delle "navi fantasma" russe. Una delle tante petroliere che fanno parte di una flotta ombra per aggirare le sanzioni imposte a Mosca.

La “Vilamoura”, 274 metri di lunghezza per un dislocamento di 180mila tonnellate, stando a quanto riportato aveva imbarcato un "milione di barili di greggio" a Zuetina, porto libico del distretto di al-Wahat, nella Cirenaica. Quattro giorni dopo ha comunicato una misteriosa esplosione che ha aperto una falla nello scafo con il conseguente allagamento della sala motori. La petroliera, ormai alla deriva, è stata rimorchiata in Grecia da una nave antincendio giunta in suo soccorso. Un incidente che si sta verificando con una particolare frequenza sulle navi ritenute "responsabili" di trasportare petrolio collegato ai terminal russi.

"È il quinto caso sospetto" riportano le agenzie stampa che riprendono Bloomberg, dove si apprende che la Vilamoura, che batte la bandiera delle Isole Marshall, era stata segnalata in aprile a Ust-Luga e a maggio a Novorossiysk: dove secondo i resoconti avrebbe imbarcato greggio proveniente dal Kazakitan. Secondo altre ricostruzioni però, ricostruzioni che fanno affidamento proprio alle fonti dell'intelligence ucraina, questi terminal sarebbero utilizzati per il "contrabbando di idrocarburi" che Mosca ha porta avanti attraverso l'operato di una "flotta fantasma" braccata dall'Unione Europea. Oltre che dalle spie ucraine che potrebbero optare per metodi meno ortodossi.

Il traffico della cosiddetta "flotta ombra", riporta l'agenzia stampa Nova, continua a "destare preoccupazione nelle acque del Mediterraneo orientale, in particolare al largo della Grecia e di Cipro". La Russia, riferisce l'intelligence ucraina, sta ricorrendo a "grandi petroliere non assicurate da compagnie occidentali per operazioni di trasbordo illegale del petrolio". Dal luglio del 2024 è stato documentato l'utilizzo di una petroliera Aframax come "piattaforma galleggiante" per rendere possibile e svolgere tali operazioni.

La misteriosa "doppia esplosione" avvenuta sulla petroliera Seajewel mentre si trovava in rada nel porto di Savona lo scorso febbraio, anch'essa nave "sospettata di appartenere alla flotta fantasma di Mosca", aveva provocato una "falla di un metro e mezzo" nello scafo, ed era stata già stata attribuita a un ordigno esplosivo "compatibile" con quello usato per colpire un’altra nave, la Grace Ferrum, colpita nelle acque libiche sempre all’inizio dello scorso febbraio. Una sorte simile a quella che è toccata alla Seacharm, nave gemella della Seajewel, colpita in Turchia nel gennaio 2024.

Da quanto si apprendere le foto della Vilamoura suggeriscono che esplosione passa essere "avvenuta all’interno", e che le schegge abbiano "penetrato due ponti oltre che lo scafo". Ciò suggerisce un'ipotesi già considerata: che le navi in questione, nel caso siano realmente oggetto di un'azione di sabotaggio, potrebbero essere colpite non da mine magnetiche piazzate sullo scafo, ma da ordigni piazzati al loro interno con un innesco a tempo, o tramite segnale radio.

Sul canale Telegram dei sevizi segreti ucraini la Vilamoura è stata ufficialmente definita “parte della flotta ombra che contrabbanda petrolio russo”. Il mistero perciò, oltre a infittirsi, rimane aperto.

Per quanto riguarda l'Italia, in attesa del verdetto della direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Genova, ma sopratutto delle analisi effettuate dagli specialisti del Comsubin, che sono intervenuti per affiancare le indagini. Si attende una risposta per quanto riguarda il caso Seajewel.

Chi meglio del Comando Raggruppamento Subacquei e Incursori "Teseo Tesei" potrebbe infatti svelare se sono veramente attivi dei sabotatori che fanno capo a un "attore statale", e nonostante il rischio di un possibile disastro ambientale "minano" gli scafi delle navi incriminate di appartenere alla flotta ombra di Putin; o se invece l'origine delle misteriose esplosioni e la loro dinamica è differente.

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