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Corsa in Ucraina per la maternità surrogata prima del "reato universale"

Sono aumentate esponenzialmente le partenze verso i Paesi dove l’utero in affitto è legale. Dal 2021 ad oggi 500 coppie italiane hanno scelto Kiev

Corsa in Ucraina per la maternità surrogata prima del "reato universale"

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Il 31 maggio è arrivato il primo sì sulla maternità surrogata come reato universale. Via libera in commissione Giustizia alla proposta di legge che dichiara l’utero in affitto perseguibile anche se commesso all’estero. È stato approvato in particolare un emendamento della maggioranza che prevede la punibilità dei soli cittadini italiani. Il 19 giugno è atteso il primo passaggio in aula e si prospetta uno scontro rovente tra maggioranza e (pezzi di) sinistra. Uno scatto in avanti che ha spinto molte persone ad accelerare il percorso Gpa: negli ultimi giorni è iniziata una vera e propria corsa verso le nazioni dove la pratica è legale. Una delle mete principali è sicuramente l’Ucraina, dove il flusso non si è mai interrotto nonostante la guerra, ad eccezione del periodo tra febbraio e maggio 2022.

“Poi i viaggi per la maternità surrogata in Ucraina sono ripresi, le cliniche infatti non hanno mai chiuso”, la testimonianza dell’avvocato Giorgio Muccio a Repubblica. Il fenomeno del turismo procreativo è cresciuto esponenzialmente nell’ultimo periodo per il timore dell’approvazione della legge che definisce reato universale la gestazione per altri. In Ucraina invece è regolamentata per legge e praticata da cliniche all’avanguardia: negli ultimi due anni almeno 500 coppie italiane hanno scelto Kiev, in particolare la struttura Biotexcom.

Per l’estate sono attese decine di nascite. "Soltanto ieri in ambasciata c'erano altre tre coppie oltre a me", le parole di un genitore di una bambina avuta tramite maternità surrogata. Anche se uscire dall’Ucraina non è stato semplice: “Sono dovuto tornare qui da solo perché mia moglie ha avuto un problema di salute e abbiamo un'altra bambina di due anni e mezzo. Per giorni però mi hanno negato il passaporto della piccola, perché, appunto, al consolato volevano che fossimo entrambi presenti, nonostante tutti i documenti fossero in regola con una procura speciale di mia moglie".

Le cliniche ucraine non hanno mai smesso di lavorare nonostante l’invasione russa, si tratta di un giro di soldi milionario. Dare alla luce un bambino costa dai 40 ai 65 mila euro – pagabili a rate – con agenzie predisposte alla gestione del percorso: dal viaggio all’accoglienza, passando per la scelta della mamma, il parto e il riconoscimento del bambino. Un business organizzato nel mirino dettaglio. L’Ucraina non è l’unico Paese scelto dalle coppie che vogliono ricorrere all’utero in affitto.

Altre nazioni coinvolte nella pratica sono Grecia, Repubblica Ceca, Georgia e Stati Uniti.

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