Cronaca locale

Frasi pro Cospito e contro Aldo Moro, la Digos denuncia un anarchico

Nelle scorse settimane, sulle facciate di alcuni edifici di Padova sono comparse due frasi di matrice anarchica: "Alfredo libero" e "Aldo Moro sponsor della Renault". E nelle scorse ore la Digos ha individuato uno dei due principali indiziati: si tratta di un ragazzo di 25 anni esponente del mondo anarchico locale

La scritta anarchica comparsa sul muro della sede di CasaPound
La scritta anarchica comparsa sul muro della sede di CasaPound

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Frasi pro Cospito e contro Aldo Moro, la Digos denuncia un anarchico

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Una frase offensiva e provocatoria nei confronti di Aldo Moro ed un'altra a favore della liberazione di Alfredo Cospito. A collegare i due differenti episodi di vandalismo concretizzatisi nei mesi scorsi a Padova è la matrice anarchica, secondo gli inquirenti. E proprio nelle scorse ore le indagini hanno portato alla denuncia di un ragazzo di 25 anni per i reati di istigazione a delinquere e imbrattamento. A darne notizia è la stampa locale, facendo il punto su un'inchiesta che sta proseguendo da settimane. Tutto iniziò lo scorso febbraio, quando ignoti imbrattatono la sede dell'associazione "Il Bivacco" (utilizzata a quanto sembra come luogo di ritrovo da parte dei militanti locali CasaPound). "Alfredo libero", le parole composte con la vernice spray sulla facciata esterna dell'edificio, firmate dalla "a cerchiata" che già allora sembrava sgomberare il campo da ogni dubbio circa la paternità del gesto.

Il secondo caso si è invece concretizzato nei primi giorni di questo mese, ad alcune decine di metri di distanza dal luogo in cui è stato riscontrato il primo. "Aldo Moro sponsor della Renault", la scritta di pessimo gusto realizzata con la vernice verde che fa riferimento al mezzo nel quale fu rinvenuto il cadavere dell'ex-presidente del consiglio rapito dalle Brigate Rosse. Una frase apparsa su uno dei muri esterni dell'immobile che ospita la facoltà di Ingegneria, proprio nell'anniversario del ritrovamento della salma di Moro. L'attività investigativa della Digos è andata avanti per giorni, partendo dal primo episodio: gli esponenti delle forze dell'ordine sono partiti dai filmati registrati dal circuito delle telecamere di videosorveglianza della zona. Una telecamera avrebbe in particolare ripreso due persone nell'atto di imbrattare il muro della sede di CasaPound.

E la prima persona è stata identificata: si tratterebbe di un venticinquenne che fa parte del mondo anarchico locale. Ad incastrarlo sono stati a quanto sembra i particolari capi d'abbigliamento indossati durante il "raid". Su disposizione della procura della Repubblica di Padova è quindi stato emesso un decreto di perquisizione domiciliare e personale: sono stati sequestrati dispositivi informatici e apparati telefonici, oltre a svariato materiale di propaganda anarchica e ai vestiti indossati durante l'azione che viene contestata al giovane. Il prosieguo degli accertamenti ha messo in evidenza elementi di collegamento fra i due atti vandalici compiuti da esponenti anarchici. Ma l'indagine sta andando avanti: i poliziotti stanno nel dettaglio cercando di risalire all'identità della seconda persona immortalata dalle telecamere.

E su queste basi, a breve potrebbero esserci nuovi sviluppi.

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