Cronaca locale

"Sventate 57 occupazioni". Il palazzo sotto assedio mentre Sala non fa nulla

Dove non arrivano le istituzioni sono costretti a intervenire i privati per sventare le occupazioni delle case popolari di Milano

"Sventate 57 occupazioni". Il palazzo sotto assedio mentre Sala non fa nulla

Le occupazioni abusive nei palazzi popolari di Milano sono un problema annoso per la città, che si è acuito da quando a Palazzo Marino è tornata la sinistra. Sono migliaia gli appartamenti occupati abusivamente nella periferia di Milano e laddove non arrivano le amministrazioni, che fanno spesso finta di non vedere quanto accade al di là della cinta dei bastioni, intervengono i privati. Un comportamento che mette, di fatto, in una posizione di difficoltà i tanti cittadini onesti che da anni attendono l'assegnazione di una casa popolare, che tarda ad arrivare anche a causa delle migliaia di case occupate.

Una situazione insostenibile per Milano, dove sono i privati cittadini a farsi tutori della legalità in assenza delle autorità preposte e delle istituzioni. Nel quadrilatero compreso tra il Giambellino e Lorenteggio a far rispettare la legge c'è Maria Palomares, sudamericana in Italia da tanti anni, che dalla sua abitazione in via Odazio tiene d'occhio quello che accade nel suo palazzo e in quelli circostanti. "Insieme agli altri membri del comitato no racket ho sventato 57 occupazioni", dice orgogliosa ai microfoni del quotidiano Libero.

Maria "Odazio", come ormai la chiamano tutti, è attiva 24/24 e 7/7. Risponde a ogni chiamata, informa Aler e forze dell'ordine e poi si reca in loco con gli altri componenti del gruppo antiracket, che agisce in modo totalmente volontario. L'ultimo intervento risale a pochi giorni fa, quando la squadra antiracket è intervenuta per bloccare una nomade. Stava tentando di entrare in una casa libera insieme al figlio minore: un schema ben noto in cui i bambini vengono usati come scudo. "Siamo intervenuti e abbiamo trovato una trentina di rom. Ci hanno minacciati e spintonati. Facciamo quello che possiamo perché abbiamo le mani legate e la polizia può fare poco".

Le occupazioni non sono solo illegali ma sono anche pericolose per l'incolumità di tutti i residenti dei palazzi, perché basta una scintilla che scaturisce da un allaccio abusivo per scatenare incendi devastanti. Per non parlare dei rischi provenienti dalle bombole di gas. Non sono rari i casi in cui le cronache registrano questo tipo di incidenti. Maria Palomares, vista la sua esperienza, è riuscita anche a fare una sorta di identikit degli occupanti: "Tutti rom, nordafricani e sudamericani: molti di loro hanno casa in patria". E spesso, dietro le loro azioni, ci sono i collettivi.

Base di solidarietà popolare è quello più attivo in questa zona, già sottoposto a numerosi procedimenti giudiziari per associazione a delinquere finalizzata all'occupazione abusiva di immobili di proprietà pubblica. "Quelli del comitato abitanti facevano il giro delle scale per chiedere quali fossero gli alloggi vuoti per occuparli. Chiedevano cibo per le loro feste. Hanno suonato anche a me ma gli ho risposto molto semplicemente: siete dell'Aler? No, e allora cosa volete?", racconta Maria. Il collettivo è da tempo nel mirino delle forze dell'ordine per la sua attività illegale: in un blitz effettuato ai tempi dell'Expo furono trovati oggetti contundenti di vario tipo oltre a materiale atto a fabbricare molotov che, pare, avrebbero voluto usare durante il corteo di apertura dell'Expo. Furono denunciate 26 persone: gli italiani erano appena 6, il resto erano stranieri.

"Ecco chi c'era nel nostro quartiere. Io mi batterò sempre per la legalità insieme a tanti altri residenti perbene. Mi avevano proposto per l'Ambrogino d'oro ma non mi interessa quello, lo lascino a Chiara Ferragni.

Noi vogliamo un quartiere migliore, dove gli anziani possano camminare in sicurezza, con telecamere di video-sorveglianza e senza occupanti abusivi", ha concluso Maria Palomares, sempre più centrale nella lotta agli abusivismi.

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