
Il Consiglio comunale di Milano, dopo quasi 12 ore di discussione consecutive, ha approvato a notte fonda la delibera sulla vendita dello stadio di San Siro a Inter e Milan. Con la delibera il Comune vende il Meazza e le aree circostanti ai club per un valore di 197 milioni di euro, per permettergli di realizzare un nuovo impianto, mentre San Siro verrà abbattuto.
La delibera sulla vendita dello stadio è stata approvata con 24 voti favorevoli, che sono quelli della maggioranza di centrosinistra. Dei 20 contrari sette sono della maggioranza, gli altri di Lega, Fratelli d'Italia e Noi Moderati e di un consigliere di Forza Italia, Alessandro De Chirico, che ha votato no. Non ha partecipato al voto il capogruppo della Lista Beppe Sala Sindaco, Marco Fumagalli, che ha dichiarato la sua intenzione di dimettersi. Oltre a lui non ha partecipato al voto Manfedi Palmeri del centrodestra. Decisiva Forza Italia che ha deciso di lasciare l'aula al momento della votazione.
Sulla delibera pesavano 239 emendamenti: ne sono stati discussi 25. La svolta è arrivata alle 3 di notte quando è stato approvato, tra molte polemiche anche della maggioranza e soprattutto dei Verdi, un sub emendamento cosiddetto tagliola che ha fatto decadere tutti gli emendamenti presentati. Quindi si è passati alle dichiarazioni di voto e poi all'approvazione della delibera.
"C'è una soddisfazione rispetto alla prospettiva di poter trasformare l'area di San Siro, su cui c'era una preoccupazione per un futuro incerto e quindi abbiamo provato a scrivere una pagina nuova e abbiamo solo iniziato. Abbiamo messo le basi". Lo ha affermato la vicesindaca del comune di Milano, Anna Scavuzzo, dopo l'approvazione della vendita dello stadio a Inter e Milan. Il sindaco Giuseppe Sala non ha invece voluto commentare a caldo l'approvazione della delibera sulla cessione dell'impianto ai due club per 197 milioni di euro. "In 'salese' (espressione utilizzata per indicare il linguaggio dell'Aula, ndr) il sindaco mi ha detto 'sono contento'", ha affermato la Scavuzzo. Molte le polemiche per aver scelto il metodo della tagliola, che non ha permesso di discutere tutti gli emendamenti. "Spero che la maggioranza non perda pezzi anche se il passaggio è stato di forte frizione e non sarà né il primo né l'ultimo - ha osservato la vicesindaca -. Ognuno prenderà le sue decisioni. Adesso parte una pratica amministrativa non banale e tocca alle squadre fare una parte che fino ad ora hanno fatto troppo poco". Alcuni consiglieri di maggioranza e anche di opposizione hanno detto che non è stata rispettata la democrazia in aula.
"La dialettica funziona così quando ci sono posizioni diverse che si confrontano. Abbiamo lasciato lo spazio per esprimersi e per assumere una decisione. La maggioranza di questa aula si è espressa", ha concluso la Scavuzzo.