"Perché ha rimproverato nostra figlia?" e i genitori minacciano la prof

Due genitori sono stati denunciati a Piacenza per aver minacciato una delle professoresse della figlia. La docente aveva in precedenza redarguito la studentessa per aver utilizzato il cellulare durante la lezione e il rimprovero non era piaciuto alla famiglia

"Perché ha rimproverato nostra figlia?" e i genitori minacciano la prof
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Si sono introdotti senza autorizzazione all'interno dell'istituto scolastico frequentato dalla loro figlia, con l'intenzione di raggiungere una professoressa che in precedenza aveva redarguito la studentessa per l'utilizzo del cellulare. E dopo aver chiesto conto alla docente della sua azione, non avrebbero esitato a minacciarla. A riportare l'accaduto, in una nota pubblicata proprio nelle scorse ore, è stato il sindacato insegnati Gilda di Piacenza, specificando come l'insegnante in questione abbia poi deciso di denunciare i due adulti. L'episodio si sarebbe verificato in un istituto comprensivo della città emiliana nelle scorse settimane, stando a quanto denunciato dalla sigla sindacale. Tutto sarebbe partito da un antefatto: la prof, durante una giornata di scuola come tante altre, avrebbe notato l'allieva intenta ad utilizzare lo smartphone, invece di seguire la lezione.

L'avrebbe quindi rimproverata, invitandola a posare il telefonino e a concentrarsi piuttosto sulla materia. L'alunna, una volta tornata a casa, ha evidentemente messo al corrente dell'accaduto i propri genitori. E a questi ultimi, il rimprovero non doveva proprio essere andato giù, se nei giorni successivi al fatto si sono presentati a scuola con l'intento di confrontarsi con la professoressa. Secondo i sindacalisti, la coppia sarebbe però andata ben oltre il consentito: i due avrebbero intanto varcato il portone d'ingresso senza esserne autorizzati, in un momento in cui gli studenti non erano ancora usciti. E dopo aver intercettato nei corridoi l'insegnante della figlia, le hanno chiesto conto del suo gesto, "proferendole minacce di vario tipo". L'intervento di altri professori e del personale scolastico ha forse evitato che la situazione precipitasse ulteriormente, con il sindacato che ha deciso di rendere pubblico quanto successo solo ieri "per non turbare ulteriormente la serenità degli istituti interessati".

"Abbiamo preferito darne notizia ad anno scolastico concluso - hanno specificato i sindacalisti in una nota - per non creare situazioni di polemica che potessero disturbare il delicato lavoro degli inquirenti". Minacce che hanno però preoccupato la docente, la quale in un secondo momento ha provveduto a denunciare le due persone in questione.

"La professoressa, che nei giorni successivi ha persino temuto per la sua incolumità, anche con il supporto di Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza ha sporto regolare denuncia all’autorità giudiziaria - si legge nel comunicato dell'associazione sindacale - l'associazione ha chiesto alle competenti autorità scolastiche di provvedere a richiedere l’azione difensiva da parte dell’avvocatura dello Stato, così come indicato recentemente dal ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara. E come del resto è previsto da una norma sin dal lontano 1933".

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