Collettivi violenti in università: vogliono boicottare Israele

A Parma, un collettivo universitario ha occupato il chiostro della facoltà di Lettere, sventolando bandiere della Palestina ed attaccando le compagnie petrolifere. I manifestanti hanno attaccato anche la stessa Università, pretendendo una presa di posizione contro Israele

L'università occupata a Parma
L'università occupata a Parma
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Hanno occupato il chiostro dell'università, in un tripudio di bandiere della Palestina. E hanno unito in un'unica protesta slogan anti-Israele, rivendicazioni sulla crisi climatica e invito al boicottaggio nei confronti delle aziende israeliane, oltre ad attaccare le compagnie petrolifere e a pretendere l'interruzione dei rapporti fra l'ateneo parmigiano e gli atenei e l'imprenditoria di Israele. Questa l'azione degli studenti universitari di sinistra pro-Palestina a Parma, che nelle scorse ore hanno preso possesso degli spazi della facoltà di Lettere dell'Università di Parma. A rivendicare l'occupazione, sui social network, sono stati in particolare gli esponenti del collettivo "Ecologia Politica Parma", spiegando le ragioni alla base del gesto in un comunicato dai tratti surreali, fra "schwa" ed attacchi alle imprese impegnate nel settore dei combustibili fossili.

Nel testo non manca nemmeno quello che sembra un attacco intimidatorio alla dirigenza universitaria: Ecologia Politica ha fatto sapere sulla propria pagina Facebook di pretendere una presa di posizione netta contro Israele da parte dell'università parmigiana. "Lǝ studentǝ dell'UniPr occupano il chiostro, dando vita alla campagna di mobilitazione per “End Fossil”. La richiesta è l'immediata interruzione di ogni collaborazione attiva fra gli atenei e i colossi del fossile, che finanziano la nostra didattica contaminandola con quella che è la narrazione dominante che parla delle conseguenze della crisi climatica come semplici casi isolati - il loro pensiero - in virtù di questo, crediamo urgente l'istituzione di un corso di studi che parli di tali temi in maniera critica e libera. Inoltre, crediamo che in questi giorni sia più che mai fondamentale analizzare questi rapporti per comprendere a fondo l'occupazione sionista della Palestina. Pretendiamo che la nostra università prenda posizione cessando i rapporti con le università e le compagnie o aziende israeliane".

Nella nota, i membri del collettivo non sembrano peraltro menzionare l'attacco di Hamas ai danni di Israele dello scorso mese. A margine della protesta, il collettivo ha inoltre esposto uno striscione che inneggia alla liberazione della Palestina. E ha rivolto ulteriori accuse anche alle multiutility dei servizi. "In Italia l'economia del fossile e della guerra è incarnata da soggetti come Leonardo e Thales, Eni e Snam - si legge in un altro comunicato di Ecologia Politica pubblicato da ParmaToday - ci sembra doveroso concentrarci su Iren, la multiutility che rifornisce di gas tutta la nostra città.

Oltre ad aver aumentato i propri ricavi grazie all’aumento di prezzo delle bollette, ha recentemente stretto accordi con l’azienda israeliana Mekorot, la stessa che da decenni utilizza l’approvvigionamento di acqua come arma di ricatto per la popolazione palestinese".

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