Figuraccia social di Sala: i milanesi lo massacrano così

Aumenta le tariffe e taglia le corse dei mezzi pubblici, ma vuol far credere di puntare a una metropoli green: l'ipocrisia di Sala sotto attacco dei milanesi

Figuraccia social di Sala: i milanesi lo massacrano così

"Non ce l'hanno un amico?", direbbe qualcuno di imparziale studiando la comunicazione del Comune di Milano degli ultimi mesi in relazione al trasporto pubblico locale. La risposta è semplice: no. Sennò non si spiega la comunicazione che fa sorgere ben più di qualche dubbio ai cittadini e a quanti, ogni giorno, si trovano a essere costretti a usare i mezzi pubblici per andare a lavoro o, comunque, spostarsi a Milano. Perché non è logico e non è conveniente per la propria immagine pubblicare un post con il quale si incoraggia l'utilizzo del Tpl pochi giorni dopo aver adottato un ulteriore incremento del costo dei biglietti e aver tagliato del 3% le corse dei mezzi di superficie.

Ma soprattutto, tanti si lamentano delle condizioni alle quali sono costretti a viaggiare. Perché se il costo di un servizio viene aumentato, come minimo il fruitore si aspetta un miglioramento delle condizioni di viaggio. Ma a Milano non funziona così e imputa l'aumento all'incremento dei costi di gestione, tra carburanti ed elettricità. E chissà come però gran parte degli altri Comuni riescono a far fronte ai rincari senza aumentare i prezzi. "Muoversi in città con i mezzi pubblici ci consente di raggiungere qualsiasi luogo in modo rapido e veloce, evitando il potenziale stress dovuto alla guida e offrendoci, inoltre, un buon modo per ridurre le emissioni di CO2", si legge nel post pubblicato dal Comune di Milano.

Certo, un Comune che vuol far credere di spingere sui trasporti e il green e nel frattempo aumenta i prezzi e taglia le corse degli stessi non è mai visto. E, infatti, le proteste non tardano ad arrivare. "Aumentare il costo del biglietto riducendo le corse e poi fare una bella 'pubblicità progresso'. Ottimo", scrive un utente al quale evidentemente non è sfuggito il paradosso della situazione. "Certo: il biglietto aumentato… Le corse irregolari… Poca sicurezza", si legge ancora nei commenti al post da parte di chi si sente giustamente preso in giro da un'amministrazione che non sembra guardare oltre il suo orticello e non prende in considerazione l'intelligenza dei suoi cittadini.

Beppe Sala e i suoi sodali sono forse convinti che Milano sia tutta dentro la cerchia dei bastioni, sennò non si spiega il loro totale distaccamento da quella che è la realtà vissuta ogni giorno da migliaia di lavoratori e pendolari. I cittadini tentano pure di farlo notare, ma probabilmente i risultati saranno ancora una volta scarsi. "Certo... Così rapido e veloce che per andare in ufficio, se ero fortunato con le coincidenze, ci mettevo almeno 55 minuti, pigiato come una sardina. Ora vado in auto e ce ne metto 25. Qualcuno ricordi al sindaco che esistono anche le periferie", scrive un lavoratore. Ma che ne sa Beppe Sala delle periferie? A lui basta pedalare in bicicletta coi calzini arcobaleno sui lastricati di zona Duomo per prendere le decisioni che interessano un'intera città. "Bisognerebbe obbligare sindaco e giunta a usare sempre i mezzi, così poi forse si rendono conto delle criticità e le risolvono. Invece...", commenta amara un'altra persona.

Invece, continuiamo noi, continuano a prendere decisioni chiusi nella bolla radical chic di Milano, che non si mischia con il pendolarismo dalla periferia e dalla provincia.

Aumentano la zona C, aumentano il costo dei biglietti, trasformano l'intera città in zona B, aumentano i costi per la cultura e lo sport. Ecco, è tutta qui l'ipocrisia della sinistra radical chic che amministra Milano.

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