Ratti, muffa e sporcizia. Così vivevano i migranti nel centro di don Biancalani

Negli spazi della parrocchia di Vicofaro che ospitavano i migranti della comunità di don Massimo Biancalani sono in corso le operazioni di pulizia dopo il ricollocamento degli ospiti in altre strutture

Ratti, muffa e sporcizia. Così vivevano i migranti nel centro di don Biancalani
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La comunità d'accoglienza di don Massimo Biancalani a Vicofaro, che sino a pochi mesi fa ospitava oltre un centinaio di migranti, di fatto non esiste più. Dopo l'ordinanza del sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, con il via libera del vescovo Fausto Tardelli, gli ospiti sono stati allontanati dalla struttura (e ricollocati altrove) anche per consentire lo svolgimento di una serie di lavori di ristrutturazione all'interno degli spazi della parrocchia. Le operazioni di pulizia sono a quanto pare in corso in questi giorni ed all'interno degli spazi in questione si sarebbero accumulati rifiuti su rifiuti, tra ratti che spuntano dai mobili e pareti ormai annerite. Questo, se non altro, è quanto i residenti di Vicofaro hanno denunciato al Giornale.it, documentando anche la spazzatura momentaneamente accatastata all'esterno dell'edificio religioso. "Chi sta pulendo all'interno ci ha detto che l'odore è insopportabile - hanno detto una residente della frazione pistoiese - e che non appena spostano un mobile, esce un ratto".

Una situazione che i vicofarini considerano di fatto un lascito dell'esperienza di accoglienza di don Massimo Biancalani: più volte, negli ultimi otto anni, avevano segnalato criticità legate ad episodi di degrado e micro-criminalità che loro imputavano a vari migranti ospiti della parrocchia avvicendatisi nel corso del tempo. Il "parroco dei migranti", da parte sua, aveva riconosciuto alcune problematiche dell'accoglienza, ma le aveva attribuite anche al sostegno secondo lui insufficiente da parte delle istituzioni. Gli abitanti del quartiere, che hanno visto nelle scorse ore indumenti, materassi, coperte ed oggetti vari dismessi davanti all'entrata della chiesa in attesa di essere ritirati per lo smaltimento, si augurano che possano essere gli ultimi giorni prima dell'agognata (da parte loro) normalizzazione della situazione.

E don Biancalani? Il parroco non ha mai nascosto il suo disappunto nei confronti del provvedimento, anche se con il tempo lo ha manifestatato meno apertamente e sotto altre forme: nei giorni scorsi, in quest'ottica, ha raccontato sulla propria pagina Facebook la vicenda di alcuni ex-ospiti di Vicofaro che sarebbero stati rimpatriati. "Dovremmo tutti passare davanti a quel cumulo di coperte, abiti, scarpe, valige e dire una preghiera.

Sotto quelle coperte sono passati centinaia di poveri abbandonati da tutti, anche dai professionisti del sociale e della carità, che da noi hanno trovato una comunità, tanta attenzione e amore – ha scritto invece in un post dello scorso mercoledì, corredato da una foto di indumenti, materassi e coperte per l'accoglienza lasciati fuori dalla chiesa in attesa del ritiro da parte degli addetti alla nettezza urbana- potevamo fare meglio? Certo, con la partecipazione di tutti si poteva. Ma non è andata così. Brutti, sporchi e cattivi, a cominciare dal prete. Ma siamo stati per me la “chiesa più bella del mondo”.

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