Spettacolo di drag queen al cinema parrocchiale: polemica in provincia di Trento

Lo spettacolo si terrà in un cimena di Cembra Lisignago. Il Movimento per la Vita contro l'iniziativa: "Veicola messaggi diseducativi e ideologici"

La locandina dell'evento
La locandina dell'evento
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Uno spettacolo di drag queen che il prossimo 6 ottobre si terrà in un cinema parrocchiale, nell'ambito di una serie di iniziative rivolte ai giovani, sta agitando gli abitanti di Cembra Lisignago, comune di 2mila abitanti in provincia di Trento. A scatenare la polemica è stato il Movimento per la Vita che si è scagliato contro l'iniziativa organizzata dall'associazione sociale Revers e dall'Arcigay del Trentino. "Drag queen - Casa Belluria", il titolo della rappresentazione che avrà luogo nello spazio culturale locale.

All'evento manca poco meno di una settimana. E il Movimento per la Vita ha criticato che ad ospitarlo sarà un cinema-teatro parrocchiale. In una nota, i vertici della sezione "pro life" di Trento non hanno dunque risparmiato dure critiche allo spettacolo. “Ci sono limiti oltre i quali anche la provocazione scade nel cattivo gusto, senza offrire alcunché di utile alla formazione e all’intrattenimento – la posizione del Movimento per la Vita - si tratta di un evento, ed è la cosa che più ci colpisce, purtroppo non in positivo, che viene proiettato in un cinema parrocchiale e rientra nel Piano giovani della Valle di Cembra. Da tempo, negli Usa e nel mondo anglosassone è diventato chiaro che confondere i giovani, facendo loro credere che possono essere “nati nel corpo sbagliato”, porta a traumi psicologici molto pericolosi”. Uno spettacolo che si rivolgerebbe in teoria ai giovani, in quanto rientrante nel "Piano Giovani della Valle di Cembra". E il Movimento ha voluto approfondire anche quest'ultimo aspetto.

“Un’iniziativa degna di questo nome dovrebbe preoccuparsi di organizzare ben altri spettacoli – si legge nel comunicato - rispetto a show che, dietro una qualche parvenza artistica, altro non fanno che veicolare messaggi diseducativi o ideologici, nella misura in cui ammiccano al “cambio di sesso” e alla sessualità fluida". Una attacco al quale la comunità Lgbt+ locale non è rimasta a quanto sembra insensibile: l'Arcigay del Trentino ha infatti parlato di "polemiche di poco conto, sterili e infondate".

"Fin dai tempi del teatro greco erano presenti uomini vestiti in abiti femminili - ha fatto presente l'Arcigay - da sempre il drag è una forma d’arte riconosciuta". Per una discussione che promette di andare ancora avanti.

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