Cronaca locale

Vandalizza la sua stessa scultura per protesta contro il governo: la follia dell'artista di sinistra

La surreale protesta contro la Meloni. L'ira del sindaco di Luca: "Opera privata della sua funzione di monumento"

L'opera dell'artista Stefano Pierotti, da lui stesso "vandalizzata" per protesta
L'opera dell'artista Stefano Pierotti, da lui stesso "vandalizzata" per protesta

Un'opera d'arte dedicata ai cittadini lucchesi nel mondo, trasformata di punto in bianco in un oggetto di protesta contro l'operato del governo. E a "vandalizzarla" è stato lo stesso artista che la realizzò, evitando poi (stando a quanto riportato dalla stampa locale) anche il confronto con il sindaco di centrodestra che gli chiedeva conto del suo gesto. Ecco perché a Lucca è divampata una nuova polemica, che oggi ha già travalicato i confini regionali. Tutto è iniziato ieri, anniversario della nascita di Pier Paolo Pasolini, quando sulla scultura dal titolo "Oltre le radici" è apparsa una frase dipinta con la vernice bianca: "Oggi è domenica, domani si muore in mare", corredata dal disegno stilizzato di un bambino. Si pensava inizialmente ad un atto vandalico da parte di qualche collettivo, invece è stato lo stesso artista a rivendicare l'azione: si chiama Stefano Pierotti, è originario di Pietrasanta (una cittadina della Versilia) e già in passato si era segnalato per iniziative di matrice politica.

L'uomo, vicino a quanto pare alla sinistra, ha agito in aperto contrasto contro il centrodestra, sia a livello nazionale che locale: nel primo caso ha voluto porre l'accento sulla strage di migranti di Steccato di Cutro. Nel secondo, ha voluto lanciare una "frecciata" al primo cittadino di centrodestra Mario Pardini, reo a suo avviso di non aver valorizzato abbastanza l'opera d'arte originale e di averla ricollocata in una posizione più marginale rispetto a quella prospettata dalla precedente amministrazione comunale di centrosinistra. Il tutto, nonostante Pardini abbia più volte nei mesi scorsi cercato il dialogo con l'artista, proponendogli soluzioni capaci di andare oltre le visioni politiche e la possibilità di realizzare una mostra. Nulla da fare, a quanto sembra: Pierotti avrebbe colto la palla al balzo per dare addosso al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.

"Ho sentito il bisogno di ristabilire la mia protesta sul corpo di una scultura (la mia) sottratta alla sua vera identità e divenuta "merce di scambio" per promesse non mantenute nel rimpallo tra un’amministrazione comunale e un’altra - ha scritto sulla propria pagina Facebook l'artista - oggi la mia "preghiera" va alle navi in mare. Parliamo di radici ma il monumento porta in sé un significato paradigmatico. L'azione è il mio modo di dichiararmi non complice di un Paese in cui vengono respinti uomini, donne e bambini ingoiati nelle nostre acque".

Un'iniziativa che non è tuttavia piaciuta al primo cittadino lucchese, in primis perché si sarebbe trattato di una decisione unilaterale di Pierotti. E poi perché si tratterebbe di un'opera nata con tutt'altro fine ed appartenente idealmente alla città: ricorda i lucchesi costretti in passato ad emigrare in cerca di lavoro, ma in questo modo è stata strumentalizzata per ragioni evidentemente politiche. E potrebbe potenzialmente essere rimossa. "Quando si presenta un problema, crediamo che il modo migliore per affrontarlo sia sempre il dialogo. E anche questa volta abbiamo provato a dialogare, ma non è servito - il pensiero del sindaco Pardini, riportato stamani dal quotidiano La Nazione - quindi evidentemente in questo caso non era la strada giusta da seguire.

A partire da oggi valuteremo altre ipotesi di intervento su un’opera che ormai è stata privata della sua funzione di monumento ai Lucchesi nel Mondo, per trasformarsi in qualcos’altro".

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