Cronaca locale

Violenza nelle scuole, preside pestato dal papà di un'alunna: "Genitori si sentono padroni"

Il dirigente scolastico di un istituto di Taranto ha raccontato la sua sconcertante storia. Il genitore di una bambina lo ha aggredito: "Afferrato e sbattuto a terra, poi colpito con calci e pugni"

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Si torna a parlare di un argomento delicato come quello della violenza all'interno delle scuole, violenza che non riguarda soltanto gli alunni, ma anche i genitori dei ragazzi, che in alcuni casi non si fanno problemi ad aggredire i docenti, anche fisicamente. Un caso emblematico arriva da Taranto, dove il preside di un istituto è stato letteralmente pestato dal padre di una giovanissima alunna.

A raccontare la sua storia sulle pagine de Il Corriere della Sera è Marco Cesario, che nel 2019 ha vinto il concorso da dirigente scolastico. Il 50enne, originario di Castellamare di Stabia e laureato in geologia, ricopre da 4 anni il ruolo di preside presso l'istituto comprensivo Europa-Alighieri di Taranto, una scuola che accoglie i giovani dalla materna fino alle medie, per un tolate di 700 studenti.

L'aggressione

Marco Cesario è stato recentemente vittima di aggressione. A picchiarlo il padre di un'alunna dell'istituto. Il fatto risale allo scorso mercoledì. "Una docente aveva chiamato, secondo il regolamento, la mamma di questa bimba di tre anni per cambiarle la biancheria. La signora s'è presentata già in preda al nervosismo perché stufa di essere chiamata ripetutamente per questa incombenza", racconta il preside al Corriere. Considerata la reazione seccata della madre, il dirigente scolastico si è visto costretto a intervenire. "Le stavo spiegando che i bimbi della materna dovrebbero essere autonomi e lei, per tutta risposta, ha urlato che se ne infischiava del regolamento. L'ho invitata ad abbassare i toni altrimenti avrei dovuto chiamare i carabinieri per riportare la situazione alla normalità".

Ciò è bastato a scatenare la violenza. "Me ne sono tornato in presidenza per evitare ogni tipo di conflittualità. Dopo cinque minuti mi ritrovo davanti il marito, la moglie dietro a spalleggiarlo. L'uomo mi ha afferrato e sbattuto a terra colpendomi con calci e pugni. Mentre ero a terra anche la signora ha tentato di darmi un calcio e ha gridato 'Ora chiamali i carabinieri'. Sono scappato. Avevo il maglione strappato tanta è stata la violenza dell'uomo. La vice preside ha cercato di fermarli e s'è presa anche lei qualche colpo", ha aggiunto il preside.

Un fatto incredibile, che lascia senza parole. Dopo aver subito l'aggressione, Cesario si è recato in ospedale per essere assistito. "Al pronto soccorso mi hanno medicato e dato sette giorni di prognosi. Alla fine della giornata ho presentato la denuncia". Del fatto sono stati quindi informati i carabinieri della stazione locale, che hanno identificato la coppia di genitori.

Lo stato in cui versano le scuole

Un episodio che difficilmente il preside potrà lasciarsi alle spalle. L'uomo si trova ora a casa, dove spera di calmarsi e riposare. Non sa come vivrà in futuro il suo lavoro. "So bene che la mia scuola è difficile, ma io ho realizzato con i colleghi molte cose e il rapporto con i ragazzi è buono. Mi sento amato, si figuri che ieri piangevano quando hanno saputo cos'era successo", ha raccontato Cesario.

Tali situazioni, ha spiegato il dirigente scolastico, si verificano anche a causa dei genitori: "Perché i genitori non fanno più i genitori, non educano. Ovviamente è un discorso generale. Prendono sempre le loro difese. Accade nella scuola come nella sanità: dovrebbero essere i servizi più importanti della società, ma sono trascurati". Da qui l'amara considerazione: "Bisogna avere il coraggio di cambiare rotta. Deve essere la scuola a dettare le regole e dire cosa si può fare e cosa no. Noi accogliamo e facciamo di tutto per aiutare i ragazzi a star bene, ma l'inclusione è un mito perché basata sull'uguaglianza che, occorre ammettere, non esiste. Inoltre il genitore si sente padrone: non deve entrare e uscire da scuola a proprio piacimento.

A volte penso che servirebbe la vigilanza delle forze dell'ordine".

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