
"Mi stavate cercando, ma io ero sempre qua". Sarebbero state queste le prime parole pronunciate da Luigi Morcaldi dopo che, nella tarda serata di mercoledì 22 ottobre, è stato fermato per l'omicidio della ex moglie, Luciana Ronchi, 62 anni, colpita al volto con almeno 14 coltellate in strada a Bruzzano, quartiere alla periferia nord del capoluogo lombardo. Che abbia detto o meno la verità, una cosa è certa: non si è consegnato spontaneamente. La polizia locale lo ha cercato per ore. "Dopo aver individuato l’area in cui si trovava, la cella telefonica alla quale era agganciato il cellulare, è stato effettuato un rastrellamento della zona nel Parco Nord", ha detto il comandante Gianluca Mirabelli. Interrogato questa mattina dai pm di Milano Giovanni Tarzia e Leonardo Testi, l'indagato avrebbe ammesso le proprie responsabilità: "Sono un assassino e un fallito. Non so spiegare perché l'ho fatto". Nella sua auto è stata ritrovata una lettera intitolata "La torta avvelenata", indirizzata alla vittima e al figlio.
Chi è Luigi Morcaldi
Morcaldi, 64 anni, era disoccupato da qualche tempo. In passato aveva gestito un bar assieme alla moglie, con la quale ha avuto un figlio. La relazione coniugale si sarebbe incrinata a seguito della chiusura del locale, dovuta probabilmente a questioni economiche. Dopo la separazione, avvenuta tre anni fa, l'uomo si era rivolto a un servizio comunale per senzatetto per avere una residenza anagrafica. Successivamente si sarebbe aggregato a un amico per condividere un piccolo monolocale a Bruzzano. Nell'ultimo mese, secondo quanto riferito agli investigatori da alcuni testimoni, il 64enne viveva in auto, una Ford Focus di colore grigio, che però non risulta intestata a lui.
"La torta avvelenata"
Oltre a un giubbotto insanguinato, all'interno della vettura è stata trovata anche una lettera dal titolo "La torta avvelenata". Stando a quanto si apprende dalle prime indiscrezioni, nella missiva Morcaldi si rivolge alla moglie e al figlio, riversando su di loro "la sua rabbia e frustrazione". Sembra infatti che l'indagato, ora in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato, attribuisse alla ex moglie la responsabilità dei suoi fallimenti professionali.
"La casa mia, te ne devi andare!"
L'astio nei confronti della ex moglie sarebbe stato alimentato anche da una questione legata alla casa di Bruzzano, che sarebbe di proprietà dell'indagato, ma nella quale di fatto viveva la donna con il figlio. "La casa è mia, te ne devi andare!", avrebbe urlato l'indagato mentre colpiva la 62enne. L'aggressione è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza della zona, poi l'uomo si è rifugiato all'interno del Parco Nord, dove è stato intercettato e arrestato attorno alle ore 18.
Per Luciana Ronchi, invece, non c'è stato nulla da fare: è morta poco prima della 20 in ospedale. Secondo quanto riferito dal procuratore di Milano, Marcello Viola, durante la conferenza stampa di questa mattina, Morcaldi si "è accanito sul viso" della vittima con 14 coltellate.