"Ci sono altre vittime". Detenuto accusa Frumuzache, il "serial killer" delle escort

Denisa Paun ed Ana Maria Andrei, le due escort scomparse a pochi mesi di distanza l'una dall'altra, potrebbero non essere le uniche donne uccise da Vasile Frumuzache: lo ha riferito il detenuto che lo scorso 6 giugno aggredì in carcere proprio il trentaduenne romeno

Vasile Frumuzache
Vasile Frumuzache
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Denisa Maria Paun ed Ana Maria Andrei, le due escort romene scomparse a meno di un anno di distanza l'una dall'altra, non sarebbero le uniche due donne uccise da Vasile Frumuzache, il trentaduenne originario della Romania finito in carcere nei giorni scorsi. Il numero di vittime potrebbe infatti essere ben più alto. Questo, stando a quel che riporta l'Adnkronos, è quanto gli inquirenti hanno appreso dall'interrogatorio di Guma Ionut Cristi, il detenuto che lo scorso 6 giugno ha aggredito proprio Frumuzache. Guma ha precisato come Ana Maria, la prostituta scomparsa lo scorso agosto da Montecatini Terme (Pistoia) fosse stata per un periodo la sua compagna (e non sua cugina, come inizialmente era emerso). E tramite l'avvocato Katia Giachino, ha ricostruito i momenti antecedenti all'aggressione in cella. Ponendo l'accento su una frase rivoltagli da Vasile, che sarebbe apparsa decisamente poco equivoca ed avrebbe scatenato la sua reazione.

"Guma incalzava Vasile dicendogli: "Ma ti rendi conto? Ne hai ammazzate due, ti rendi conto di cosa hai fatto? Una era mia cugina". E Vasile gli ha risposto: "Che c**** me ne frega a me, sai quante ce ne sono ancora da trovare". In quel momento - le parole dell'avvocato di Cristi, Katia Giachino - Guma esplode: va nella sua cella, prepara l'olio bollente in un bricco del latte, ci butta un bicchiere di zucchero creando questa poltiglia tipo caramello poi torna nella cella di Vasile e gliela versa sul viso. A queste parole ha comunque assistito anche un terzo uomo, un compagno di cella, anche lui romeno". Una frase che potrebbe dare ulteriori indicazioni per le indagini. La procura di Prato sospettava già che l’orrore possa essere più vasto in una storia che ha ancora tanti punti interrogativi, anche perché gli slip rinvenuti durante gli scavi effettuati nei pressi della casa di Frumuzache a Monsummano (in provincia di Pistoia) non apparterrebbero nè a Paun nè ad Andrei: il sospetto che Frumuzache possa aver ammazzato altre giovani c'era già.

C’è al vaglio una telefonata di quaranta minuti che Frumuzache ha fatto nell’area del residence Ferrucci, a Prato, la notte dell’omicidio di Denisa. Potrebbe aver parlato con un complice: secondo gli investigatori, il trentaduenne romeno non avrebbe agito da solo. Anche perché chi indaga ipotizza che l'uomo si sia allontanato dai figli di 4 e 5 anni per circa quattro ore e considerando l'assenza della consorte, difficilmente li avrebbe lasciati da soli a casa per tutto quel tempo. Quando Denisa scomparve fra il 15 e il 16 maggio e non era ancora emerso come fosse stata uccisa, la testimonianza di un’amica e il racconto della madre avevano fatto ipotizzare un sequestro di persona da parte di una gang, verosimilmente impegnata nello sfruttamento della prostituzione.

C’è un testimone che dice di aver sentito al telefono Denisa pronunciare una frase inquietante: "Se mi trovano mi uccidono”. E l'ipotesi che vede Frumuzache come un sicario di un'organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione, sempre prendere insomma sempre più corpo.

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