Olio bollente sul volto: aggredito il serial killer delle prostitute

L'attacco in carcere da un parente di una delle due vittime. L'uomo ricoverato con ustioni di primo e secondo grado. Aperta un'indagine

Olio bollente sul volto: aggredito il serial killer delle prostitute
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Vasile Frumuzache, che ha ammesso la propria responsabilità nell’uccisione di Denisa Maria Paun – conosciuta anche come Adas – trovata senza vita a Montecatini Terme, è stato vittima di un’aggressione all’interno dell’istituto penitenziario dove è detenuto. L’uomo è noto anche per un precedente omicidio: quello di Ana Maria Andrei, un’altra giovane donna. Secondo quanto riferito dalla procura di Prato, a compiere l’aggressione sarebbe stato un parente della prima vittima, anch'esso detenuto.

L'olio bollente

L’attacco si è consumato con il lancio di olio bollente al volto all’interno del carcere dove Frumuzache è recluso per i delitti confessati nei giorni scorsi. Sull’accaduto è stato aperto un fascicolo dalla Procura di Prato. Vasile Frumuzache, è stato trasportato in codice giallo all'ospedale per ricevere le prime cure ed ora è ricoverato al pronto soccorso dell'ospedale Santo Stefano di Prato con ustioni di primo e secondo grado. L’aggressione si è consumata all’interno della casa circondariale della Dogaia, situata in via La Montagnola, dove i sanitari del 118 sono intervenuti intorno alle 10:40 del mattino.

Il procuratore Luca Tescaroli ha definito l’episodio "di particolare gravità", sottolineando come l’aggressore sia riuscito ad agire "senza alcun controllo". Tescaroli ha inoltre ribadito che, indipendentemente dalle accuse o condanne a carico, ogni individuo ha diritto a essere protetto, rispettato e trattato con dignità.

Chi è l'aggressore

Il detenuto che ha aggredito, gettandogli olio bollente in volto è un cugino di Ana Maria Andrei, la 27enne di cui venne denunciata la sparizione a Montecatini Terme (Pistoia) l'1 agosto 2024 e di cui solo ieri il vigilante 32enne ha rivelato di essere autore del suo femminicidio rispondendo a domande degli investigatori.

Secondo quanto emerge, il procuratore di Prato Luca Tescaroli aveva dato al penitenziario indicazione di massima sorveglianza per Frumuzache, assegnato alla sezione 'Protetti promiscuì, che reclude detenuti a rischio per la loro incolumità. La sua presenza però avrebbe scatenato la protesta degli altri romeni nella stessa sezione, che hanno rifiutato la sua presenza.

Allora Frumuzache è stato spostato in un altro reparto dove però vi è già detenuto, per altri fatti, il cugino di Ana Maria Andrei. Questo parente in un momento favorevole, senza controlli, ha attaccato Frumuzache con l'olio bollente ustionandolo al volto. La procura ha avviato altre indagini per accertare le responsabilità all'interno del carcere della mancata tutela di Frumuzache in un contesto già molto difficile.

Le vittime

Il corpo senza vita di Denisa Maria Paun, trentenne di origine romena, è stato rinvenuto in un’area boscosa. Poco distante, il ritrovamento di alcuni resti ossei ha permesso di dare una svolta a un altro caso irrisolto: la scomparsa, risalente allo scorso luglio, di Ana Maria Andrei, 27 anni, anch’essa romena. Entrambe le vittime si prostituivano, e a collegare i due omicidi è un unico responsabile, anch’egli connazionale delle donne.

Chi era Vasile

"Stava sempre zitto, aveva lo sguardo sfuggente: tutti qui pensavano che fosse un ragazzo strano, ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare la sua doppia vita" dicono ora i colleghi di Vasile Frumuzache. All’apparenza conduceva un’esistenza tranquilla: una moglie, due figli piccoli di quattro e cinque anni, e una quotidianità fatta di momenti familiari come tanti. Sul profilo Facebook condiviso con la compagna, "Vasile Luizsa Frumuzache", scorrono immagini di vacanze al mare, giornate al parco e sorrisi natalizi, come quelli di una famiglia qualunque. Eppure, qualcosa restava impenetrabile. "Era ordinato, preciso nel lavoro, ma nessuno ha mai davvero capito chi fosse o cosa gli piacesse", racconta un collega dell’uomo, che lavorava come guardia giurata nel centro commerciale "Il Globo" in Valdinievole.

Era arrivato in Italia all’età di 14 anni, insieme alla famiglia, stabilendosi a Trapani. Nato a Nehoiu, un piccolo centro nella contea di Buzau, nell’est della Romania, ha lasciato nel suo Paese un fratello, Nicolae, mentre i genitori, di cui si conosce poco, vivono ancora in Sicilia. In Italia conosce Luizsa, con cui si sposa prima di trasferirsi in Toscana, a Monsummano Terme, in provincia di Pistoia. Nel corso degli anni svolge diversi lavori, fino a trovare impiego come guardia giurata. Secondo quanto emerso dalle indagini, Frumuzache avrebbe dimostrato una particolare abilità nell’uso delle armi, risultando "molto preciso nello sparare".

Un'esistenza chiusa e solitaria

Nel suo quotidiano, Vasile Frumuzache conduceva un’esistenza chiusa, quasi isolata. Al di fuori del nucleo familiare composto dalla moglie e dai due figli piccoli, non aveva contatti stabili né relazioni sociali significative. Sui social, in particolare nel profilo di coppia condiviso con la moglie, la loro vita appariva serena: tante foto, sorrisi, momenti familiari al mare, a Natale, in casa, condivisi con un ristretto gruppo di contatti virtuali, poco più di un centinaio di "amici".

Ma dietro quell'apparente normalità, emerge una frattura. Luizsa si assentava a volte da casa per motivi di lavoro o per far visita ai propri genitori. Proprio in quei periodi di solitudine – come durante l’estate scorsa e in altre occasioni simili – Frumuzache avrebbe agito, togliendo la vita prima ad Ana Maria Andrei, poi a Denisa Maria Paun. Eppure, nulla nel comportamento di Vasile Frumuzache lasciava presagire ciò che sarebbe emerso. In paese, la sua famiglia era vista come del tutto ordinaria: una casa tranquilla, un lavoro stabile e nessun problema con la giustizia.

Frumuzache risultava incensurato, mai coinvolto in procedimenti legali e senza precedenti penali. Anche ora, dopo l'arresto, ha scelto di non nominare un legale di fiducia, affidandosi all’avvocato d’ufficio che gli è stato assegnato: Digo Capano, del foro di Prati.

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