L'unico riferimento al 52enne che ha ucciso Pamela Genini, il parroco della chiesa di Sant'Andrea Apostolo, a Strozza, lo fa prima della cerimonia, in un momento di preghiera con la mamma e i parenti della 29enne uccisa lo scorso 14 ottobre a coltellate in casa dal compagno, Gianluca Soncin, «per tutte le donne sfigurate dai flagelli dell'egoismo e della prepotenza di uomini capaci solo di possedere e incapaci di amare».
La chiesa, nel punto più alto del paese della bergamasca in cui Pamela è cresciuta prima di trasferirsi a Milano, è affollatissima. C'è tutto il paese. Giuseppe, uno degli abitanti, scrive sul libro delle presenza che è venuto «per chiedere scusa a Pamela, perché non siamo stati in grado di proteggerle». La bara bianca, che contrasta con il rosso della corona di fiori che l'adorna, arriva prima delle 10,
sulle note dell'Ultimo dei mohicani, preceduta dalla mamma Una Smirniva, avvolta in un foulard nero, e dal compagno. Il parroco, Luigi Carminati, si rivolge a lei paragonando il suo dolore a quello della Madonna che soffre per il figlio in croce: «Un abisso di dolore e di desolazione in cui precipita il cuore di una madre, che assiste il proprio figlio soffrire e venire brutalmente ucciso dall'odio umano». «Pamela è un raggio di sole nei nostri cuori», dice il prete all'inizio di una cerimonia che non vuole essere «un ultimo saluto», ma un'occasione «per rinnovarti l'amore, per dirti che ti vogliamo bene». Ci sono le amiche di Pamela. Qualche giorno fa mamma Una aveva detto di essere arrabbiata con loro perché se sapevano cosa stava succedendo alla figlia, delle minacce continue di Soncin, avrebbero dovuto denunciare. «Era una ragazza piena di vita, solare, dolcissima e ha lasciato un grande vuoto», dice Elisa Bartolotti, l'amica e socia di Pamela. Poi un riferimento all'assassino: «Vediamo quando parla, cosa dice, quali altre bugie inventerà». Nicole Limonta, un'altra amica, racconta che «era da un anno che non sapeva più niente di questa storia». «Non ho mai visto nessun segno su di lei, un livido. Forse - dice tra le lacrime
- potevo fare qualcosa, ma lei non mi ha mai detto niente. Glielo avevo suggerito un anno fa dopo il red carpet di Venezia, di andare a denunciare. Le ho detto di compilare tutto appena c'è stata la cosa della mano (un trauma alla mano destra, ndr). Però il problema è che il codice rosso non è partito. È per quello che dobbiamo fare qualcosa. Appena c'è un minimo segnale di violenza autorità, ospedali, carabinieri, pompieri devono far scattare immediatamente il codice rosso. Basta un minuto per andare ad ammazzare una donna».
Alla cerimonia non c'era Francesco Dolci, l'ex fidanzato di Pamela, che era
con lei al telefono quando Soncin è entrato in casa per ucciderla. Dice che è stata la questura a consigliare di non andare per questioni di ordine pubblico, dopo le aggressioni e la violazione di domicilio che ho subìto.