"Ora un'inchiesta". Su Emanuela Orlandi si muove anche il Parlamento

Dopo il Vaticano, anche il Parlamento si sta preparando a riaprire il caso per accedere ai documenti secretati. I parenti di Emanuela dai presidenti di Camera e Senato Fontana e La Russa

"Ora un'inchiesta". Su Emanuela Orlandi si muove anche il Parlamento

Il caso di Emanuela Orlandi, la ragazza di quindici anni scomparsa nel giugno dell'83, potrebbe presto arrivare anche in Parlamento. Stando alle ultime notizie, infatti, il presidente della Camera Lorenzo Fontana e il presidente del Senato Ignazio La Russa hanno recentemente incontrato la famiglia di Emanuela e i legali che li assistono, e si sono detti disposti a istituire una Commissione bicamerale d'inchiesta, come proposto dal deputato Pd Roberto Morassut.

Si muove anche il Parlamento?

Dopo la mossa arrivata direttamente dal Vaticano, che ha deciso di riprendere le indagini sulla propria cittadina, pare prossimo ad attivarsi anche lo Stato. È fissato per il prossimo 10 febbraio un primo incontro preparatorio che darà il via all'iter parlamentare.

"Siamo stati ricevuti dai presidenti delle due Camere ed entrambi si sono dimostrati favorevoli e pronti a sostenere la proposta d’inchiesta. Sia Fontana che La Russa, nel congedarsi, ci hanno detto che ne avrebbero parlato alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni", ha riferito a Il Tempo Laura Sgrò, uno degli avvocati che ha accompagnato Pietro Orlandi, fratello di Emanuela.

Un caso divenuto storia

Sono passati quasi quarantanni dalla scomparsa dell'allora quindicenne. Il Parlamento italiano ha il preciso dovere di fare luce su un caso che ancora oggi fa tanto discutere. Nello specifico, la proposta d'inchiesta inoltrata alla Camera dei deputati vuole estendere le indagini anche all'omicidio di Simonetta Cesaroni e alla scomparsa di Mirella Gregori (maggio 1983). Tutti cold case rimasti in sospeso, che hanno visto nel tempo tentativi di depistaggio, errori, incongruenze.

"Potremo finalmente avere accesso a carte che sono state finora secretate", ha dichiarato il parlamentare dem Roberto Morassut, che ha firmato per primo la proposta. Si tratterà, dunque, di un'operazione volta alla trasparenza, che consentirà alla Commissione (composta da venti membri), di accedere a documenti del Sismi, si parla di almeno tre faldoni secretati, e del Sisde. Il risultato del lavoro sarà poi trasmesso alla Procura competente.

I parlamentari uniti per il caso Orlandi

L'iniziativa ha ottenuto il consenso dei parlamentari, a prescindere dal colore politico. Tutti sono pronti a dare il loro contributo. Tanti gli interrogativi, i sospetti, le ipotesi. Arrivati ai nostri giorni si può tranquillamente affermare che il caso Orlandi è ormai parte della storia del nostro Paese, che come tante Nazioni presenta sia luci che ombre.

Presto, dunque, potranno esserci due filoni di indagine. Quello del tribunale vaticano, guidato da Giuseppe Pignatone con la collaborazione del promotore di giustizia Alessandro Diddi, e quello del Parlamento italiano. Le speranze sono tante. Il Parlamento, infatti, può accedere a documenti che nessun altro potrebbe visionare.

"Non è una semplice indagine su una ragazza scomparsa ma sui tanti depistaggi di apparati dello Stato e Vaticano. I rappresentanti dei gruppi parlamentari che abbiamo incontrato ci hanno garantito che faranno di tutto per accelerare i tempi. Abbiano chiesto un incontro al presidente La Russa. Due giorni dopo ce lo ha concesso, e per questo lo ringraziamo", ha dichiarato Pietro Orlandi.

"In questa storia in tanti hanno tentato di avere un ruolo, persino la Stasi e il Kgb russo per via del Papa polacco. E ora questa decisione di Francesco di riaprire le indagini, a due giorni dal funerale di Papa Ratzinger. Strana coincidenza", ha concluso.

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