Cronaca nera

Tutti i nuovi elementi: perché è stato riaperto il dossier Orlandi

La serie "Vatican Girl", l'audio sulla Banda della Magliana, Ali Agca e il caso Gregori: i fattori che hanno spinto il Vaticano ad aprire il nuovo fascicolo

Tutti i nuovi elementi: perché è stato riaperto il dossier Orlandi

Il Vaticano riapre il caso Emanuela Orlandi. Il promotore di giustizia Alessandro Diddi è pronto ad avviare nuove indagini sulla scomparsa della giovane, avvenuta nel giugno del 1983. L’apertura del fascicolo è da collegare alla serie di istanze presentate in passato da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela: spetterà alla magistratura vaticana analizzare atti e documenti relativi alle vecchie indagini, così da non lasciare nulla di intentato. Ma sul caso della Orlandi sono spuntati anche nuovi elementi, aggiornamenti che hanno rinvigorito la necessità di riaprire il dossier a quarant’anni di distanza dalla scomparsa.

I nuovi elementi sul caso Emanuela Orlandi

Nel corso degli ultimi anni si sono moltiplicate piste, appelli e teorie, senza dimenticare l’uscita della docuserie "Vatican Girl". Il prodotto targato Netflix ha avuto importante dal punto di vista mediatico: tante le testimonianze raccolte, una ricostruzione accurata e in grado di riscuotere grande attenzione. Ma non solo: gli autori della docuserie hanno raccolto una testimonianza inedita di un’amica di Emanuela. A lei la giovane scomparsa avrebbe rivelato un segreto scottante: una persona vicina al Papa l’avrebbe infastidita dal punto di vista sessuale.

Tra le varie teorie sul caso Orlandi, quella del coinvolgimento della Banda della Magliana, la celebre organizzazione mafiosa della Capitale. A proposito di “Vatican Girl”, è stata sentita anche l’ex compagna di Renatino De Pedis – Sabrina Minardi – che ha sempre ammesso il coinvolgimento del sodalizio criminale. Ma c’è qualcosa in più, ovvero l’audio reso noto da Alessandro Ambrosini e relativo alla confessione di una persona vicina al De Pedis. Nell’intercettazione si fa riferimento ai motivi della sparizione della cittadina vaticana e a un uomo vicino al Papa, con tanto di riferimenti sessuali.

Un altro elemento nuovo sulla scomparsa della Orlandi è la lettera firmata da Ali Agca e inviata a Pietro Orlandi. Rivelazioni da prendere con le molle, quelle dell’attentatore di Papa Wojtyla, ma piuttosto roventi: il rapimento di Emanuele sarebbe stato un fatto tutto interno al Vaticano. La giovane, sin dal 22 giugno 1983, sarebbe stata presa in consegna da alcune suore e “avrebbe compreso l’importanza del suo ruolo, accettandolo serenamente”.

E ancora, il caso di Mirella Gregori, sparita un mese prima della Orlandi. Nella lettera sopra citata, anche Agca ha parlato di lei, sostenendo la tesi di un rapimento deciso dal governo vaticano ed eseguito da uomini del Servizio segreto vaticano. Ma c’è un altro fattore da tenere presente: una cara amica della Orlandi e la sorella della Gregori hanno ricevuto un plico con scritta la stessa frase.

"Non cantino le due belle more per non apparire come la baronessa e come il ventuno di gennaio martirio di Sant’Agnese con biondi capelli nella vigna del Signore".

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