Cronaca nera

"Ero distrutta". Il racconto choc della violenza di Genovese

Una giovane vittima di Alberto Genovese ha raccontato in esclusiva a Quarto Grado la sua storia: "Pochissimi ricordi, come urla di dolore"

Screen "Quarto grado"
Screen "Quarto grado"

Cosa avveniva a Terrazza Sentimento? Ci mette la faccia una delle accusatrici di Alberto Genovese e a Quarto Grado ripercorre, per quanto possibile, la notte di violenze subite.

La giovane, che si chiama Aurelia, ha raccontato tutto in un’intervista esclusiva della trasmissione di Rete 4, partendo dall’inizio: era un sabato come tanti quel 10 ottobre 2020 e lei è andata a questa festa con un’amica, lasciando i cellulari all’ingresso. Non conosceva personalmente all’epoca Genovese, ma era stata altre volte a queste feste. Feste in piena pandemia in cui, spiega, c’era tanta droga.

La droga c’era in grande quantità - ha detto Aurelia - c’erano dei piatti posizionati in giro per la casa e chi voleva andava al piatto e usufruiva della sostanza ma non era obbligatorio. Era una cosa che facevi di tua spontanea volontà. Mi ricordo che sono arrivata, ho ordinato uno spritz e Alberto veniva sempre da noi ma più che con me aveva un atteggiamento molesto con la mia amica. Tanto che abbiamo deciso di andarcene perché non ci piaceva la situazione”.

Aurelia spiega di non ricordare il momento in cui Genovese la portò in camera, ma di esserci stata altre volte in gruppo. Poi il blackout. “Se non mi sbaglio avevo usufruito della droga nei piatti volontariamente ma solo quello - ha illustrato - Ricordo anche che prima di avere un blackout mi era stata passata da lui una bottiglia, pensavo fosse un alcolico normale ma non so cosa ci fosse dentro, non l’ho mai saputo forse c’era della droga dentro. Penso che sia stato un insieme di cose che mi ha dato che mi ha portato ad avere un blackout di 20 ore. Non ricordo assolutamente niente. Ricordo solo dei flashback molto disconnessi e cose surreali che non stavano succedendo, di ciò che stava accadendo veramente ho pochissimi ricordi, come urla di dolore”.

Il giorno dopo, “ero completamente distrutta, non riuscivo a camminare e a tenere gli occhi aperti. Piano piano ho messo insieme i vari pezzi. Sentivo dolore, ricordi di manette, corde, sangue sulle lenzuola, ho cominciato ad avere paura, ma all’inizio ero confusa, non riuscivo a provare niente”. Aurelia afferma che Genovese si sia comportato con lei in maniera violenta: le avrebbe urlato di andare via ma al tempo stesso l’avrebbe trascinata nuovamente a letto. Quindi la scelta di Aurelia: ha chiamato un’amica e avvertito Genovese che, se non l'avesse lasciata andare sarebbero arrivate le forze dell’ordine.

Sono seguiti giorni di ricovero in ospedale: il medico pare abbia capito immediatamente che c’era stata violenza. Aurelia sarebbe stata contattata per ritirare la denuncia, le sono stati offerti 2mila euro e 3 bottiglie di champagne. Ora la giovane cerca di ripartire da se stessa, vuole “riuscire a sistemare i miei problemi, infatti sto andando da una psicologa perché devo stare bene di testa e ci sto lavorando.

Voglio vivere un po’ più serenamente e avere meno problemi sociali”.

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