Cronaca nera

Femminicidio di Arezzo, la madre uccisa per aver difeso la figlia dal genero straniero

Emergono nuovi indizi legati al duplice femminicidio di Arezzo: Brunetta Ridolfi, madre di Sara Ruschi e suocera del magrebino Jawad Hicham, è morta facendo scudo alla figlia nel (vano) tentativo di salvarle la vita dalla furia del marito

Jawad Icham insieme alla moglie Sara Ruschi
Jawad Icham insieme alla moglie Sara Ruschi

La madre di Sara Ruschi è stata la prima a perdere la vita, perché per proteggere la figlia dalla furia del genero si sarebbe frapposta fra i due. Un tentativo rivelatosi vano, visto che dopo aver accoltellato ed ucciso la suocera, Jawad Hicham avrebbe rifilato ben venti coltellate anche alla moglie.

La comunità di Arezzo chiede giustizia, come testimoniato dalla fiaccolata per ricordare le due vittime. Sono gli ultimi sviluppi legati al duplice femminicidio di Arezzo, che la scorsa settimana ha portato all'arresto del trentottenne magrebino con l'accusa di aver ucciso sia la trentacinquenne toscana che la madre di quest'ultima, la settantaseienne Brunetta Ridolfi. Nei giorni scorsi è stata disposta l'autopsia sulle salme, anche se bisognerà attendere poco meno di tre mesi per avere tutti gli elementi della relazione medico-legale stilata dall'equipe di medicina legale di Siena. Sono però trapelati i primi riscontri: lo straniero avrebbe ferito la consorte più volte alla testa e all'avambraccio, a testimonianza di come quest'ultima abbia tentato di difendersi. E nemmeno l'intervento della suocera avrebbe fermato la furia di Hicham, uccisa con tre coltellate per essersi messa in mezzo.

La ricostruzione e il dettaglio da brividi

Ad allertare le forze dell'ordine fu il figlio sedicenne della coppia, uscendo dall'abitazione di via Varchi insieme alla sorella di soli due anni. Anche se lo stesso nordafricano avrebbe confessato di aver accoltellato a morte le due donne, mentre andava incontro agli agenti arrivati per arrestarlo. Gli inquirenti stanno continuando ad indagare per sgomberare il campo da ogni dubbio sulla dinamica dell'accaduto. Stando alle prime ricostruzioni, la coppia era in crisi da tempo e Sara aveva già segnalato le minacce di morte che il coniuge le avrebbe rivolto in una chat sui social con un amico argentino.

C'è poi un altro dettaglio da brividi, emerso solo nelle scorse ore: secondo il quotidiano La Nazione, Jawad non avrebbe nemmeno dovuto essere in casa insieme alle due donne, la sera della tragedia. Aveva infatti trovato lavoro in un locale e quel giorno terminò il proprio turno alle 15, diversamente da quanto previsto. Secondo gli accordi iniziali, in quell'occasione avrebbe dovuto ricominciare a lavorare in serata, prima che il proprietario decidesse di anticipare l'orario di chiusura. Un brutto episodio che ha in ogni caso scosso l'intera cittadinanza, decisa a non dimenticare quanto avvenuto. Le esequie saranno celebrate alle 15 di domani nel duomo della città toscana dal vescovo Andrea Migliavacca e si prevede una partecipazione numerosa.

La fiaccolata per Sara e Brunetta

La stessa concretizzatasi ieri sera: centinaia di persone hanno sfilato per le vie del capoluogo aretino, portando simbolicamente in mano una candela per omaggiare Sara e Brunetta e per chiedere giustizia. "Queste tragedie lasciano una scia di dolore che non può trovare alcuna spiegazione nè tantomeno giustificazione - la posizione espressa in una nota dall'associazione Pronto Donna - in attesa che la giustizia faccia il suo corso, vogliamo sostenere con forza le donne che, scegliendo la strada di sottrarsi ad una relazione maltrattante, possono trovarsi in difficoltà". Alla manifestazione hanno partecipato anche diversi esponenti dell'amministrazione di centrodestra, con il sindaco Alessandro Ghinelli che all'indomani della tragedia aveva già espresso solidarietà ai familiari delle vittime. E Federico Scapecchi, assessore alle politiche giovanili, ha posto l'accento sul tema della violenza di genere, ribadendo l'invito alle donne a denunciare violenze e maltrattamenti per scongiurare sul nascere ogni femminicidio.

"Un momento molto partecipato di riflessione, di raccoglimento ma soprattutto di impegno - le sue parole, affidate ai social - dobbiamo fare di più affinché simili tragedie non accadano ancora".

Commenti