Scena del crimine

Luca Delfino vicino al fine pena. Ma il killer delle fidanzate è pericoloso

Luca Delfino è stato assolto per l'omicidio di un'ex fidanzata, condannato per quello di un'altra ex. Ma dopo il carcere lo aspetta la Rems. “È ritenuto socialmente pericoloso", spiega il legale

Luca Delfino
Luca Delfino
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C’è chi lo chiama “il killer delle fidanzate”, al plurale, ma Luca Delfino è stato condannato per un solo omicidio, un femminicidio per la precisione, quello di una sua ex. Un’altra ex fidanzata un anno prima era morta e lui fu indagato e rinviato a giudizio anche per quel delitto, ma infine fu assolto in tribunale.

Chi è Luca Delfino

Classe 1977, l’uomo è attualmente detenuto nel carcere di La Spezia, dopo essere stato a lungo in quello di Ivrea. La madre morì suicida, mentre il padre creò una nuova famiglia con un’altra donna, dalla cui relazione nacque un altro figlio: ben presto Delfino, mal sopportando il nuovo ambiente famigliare, andò a vivere in strada, lavorando saltuariamente, talvolta come barista. E fu proprio in un bar che ebbe inizio la sua vicenda giudiziaria.

L’omicidio di Luciana Biggi

Luciana Biggi
Luciana Biggi

Come racconta il sito della Polizia Penitenziaria, il 6 gennaio 2006, Luciana Biggi era uscita con gli amici si era recata in un bar, prima di trascorrere la serata in discoteca. Aveva 36 anni e faceva l’istruttrice di aerobica in provincia di Imperia: viveva da sola, perché i genitori erano morti, così come era accaduto a un fratello, mancato per un overdose. Anche lei aveva combattuto contro le dipendenze e accanto, nella vita, le era rimasta la sorella Bruna, che di tanto in tanto si fermava a dormire a casa sua.

La sera dell'Epifania, Biggi venne molestata da due ubriachi in quel bar e “salvata” da un altro giovane con cui aveva scambiato un sorriso: si trattava di Delfino, conosciuto quella sera e poi portato in casa da Biggi quella stessa notte, nonostante le rimostranze della sorella. Delfino di lì a poco iniziò la sua convivenza con la donna, ma ben presto iniziarono i problemi: era possessivo e i litigi tra loro sempre più violenti, tanto che alla fine Luciana Biggi prese una decisione: lasciarlo. Ma questo non fermò Delfino, che, con un’azione di stalking, avrebbe iniziato a tempestare la donna di telefonate.

Questo fino alla notte tra il 28 e il 29 aprile 2006, quando tra i carruggi di Genova Biggi fu trovata morta da una coppia che passeggiava. Aveva la gola squarciata, delle ferite al braccio, i pantaloni abbassati e la felpa sollevata in corrispondenza del seno. Delfino venne subito indagato, anche perché inquadrato dalle telecamere di sorveglianza della zona, che lo avevano ripreso mentre camminava nella stessa direzione della vittima la notte dell’omicidio. Una volta a casa, Delfino avrebbe inoltre lavato subito scarpe e vestiti: “Stavo male e mi ero vomitato addosso”, avrebbe riferito agli inquirenti, che nella sua abitazione non trovarono prove a suo carico.

L’omicidio di Antonella Multari

Antonella Multari
Antonella Multari

Dopo il delitto di Luciana Biggi, Delfino iniziò a frequentare un’altra donna, Antonella Multari, impiegata 32enne di un centro estetico. Anche con lei avviò da subito una convivenza e, come con Biggi, non sarebbero mancati i litigi violenti, tali da mettere in allarme i signori Multari, padre e madre di Antonella, i quali, dopo una ricerca su Internet, scoprirono che Delfino era indagato per l’omicidio di una ex. Antonella Multari sulle prime non accettò il consiglio dei genitori, ma poi si ricredette: lasciò Delfino e lo querelò - ritirandola però infine - a dicembre 2006.

Lo stalking fu il mezzo che Delfino adoperò anche con Multari: non solo telefonate a quel punto, ma anche pedinamenti. E il 28 aprile, anniversario dell’omicidio di Luciana Biggi, le avrebbe scritto in un sms: “Ricordati che giorno è oggi”. Il 10 agosto 2007 l’uomo si recò a Sanremo, raggiungendo Antonella Multari nei pressi del centro estetico dove lei lavorava: la attese dietro un muro e la colpì con 40 coltellate, venendo bloccato da un passante e poi arrestato dalle forze dell’ordine allertate dalla gente per strada.

I processi e il carcere

A gennaio 2009 Delfino venne condannato in via definitiva a 16 anni e 8 mesi con rito abbreviato, più 5 anni di cure in una struttura psichiatrica: il giudice aveva ravvisato in lui la seminfermità mentale, nonostante fosse stato chiesto dall’accusa l’ergastolo per omicidio volontario premeditato. Durante le udienze Delfino aveva domandato di vedere Antonella Multari, mostrando inconsapevolezza rispetto a quanto accaduto. Il giudice ha inoltre definito Delfino “soggetto ad alta pericolosità sociale”. “Secondo l'ultima perizia psichiatrica - spiega a IlGiornale.it il suo legale Riccardo Lamonaca - risalente a due o tre anni fa - non ricordo con esattezza - è ancora ritenuto socialmente pericoloso”.

Il 14 febbraio 2011 giunse invece l’assoluzione per l’omicidio di Luciana Biggi. Delfino venne assolto per non aver commesso il fatto, poiché “il movente, pur esistente, da solo non è idoneo di integrare il quadro probatorio in modo da permettere di ritenere inequivocabile che il Delfino abbia seguito la Biggi nel vicolo e l’abbia aggredita in un raptus di gelosia e perché non voleva essere lasciato. Manca una prova diretta della presenza del Delfino sulla scena del crimine e ancora di più di una sua diretta partecipazione all’aggressione”.

A settembre 2023 ci dovrebbe essere il fine pena per Delfino, che sta beneficiando di sconti per buona condotta ma che in alcuni momenti ha visto anche la sua situazione peggiorare in carcere, sia per l’accusa di molestie da parte di una metronotte, avvenute due giorni prima dell’omicidio di Multari, sia per le accuse di altri detenuti. “Il termine naturale della pena è l'11 settembre - aggiunge Lamonaca - Poi, però, Delfino ha ricevuto 45 giorni di sconto. Il che significa che potrebbe uscire dal carcere a luglio. In più potrebbero aggiungersi altri 45 giorni, per i quali ha fatto appello dopo che gli sono stati dapprima riconosciuti e poi annullati per via di alcuni problemi in carcere. Dunque, qualora ci fosse l'accoglimento del ricorso da parte del giudice, si potrebbe arrivare a giugno. In sintesi la finestra temporale è tra giugno e luglio. Il 18 aprile ci sarà l'udienza davanti al giudice del tribunale di Sorveglianza e quindi sapremo cosa accadrà”.

Delfino avrebbe confessato inoltre a un compagno di carcere di aver ucciso un uomo che era con lui in galera a Firenze Sollicciano, all’inizio della sua detenzione, e che l’omicidio sarebbe stato scambiato per un suicidio. Ma dall’accusa che scaturì in questa occasione, Delfino fu assolto in secondo grado. PrimoCanale racconta che un altro detenuto avrebbe affermato inoltre: “Luca odia le donne: ogni volta che vede un femminicidio in tv si infuria e le maledice: ‘Sono tutte putt…, maledette”. Il legale di Delfino tuttavia solleva dei dubbi su possibili esternazioni del suo assistito - tra l’altro nel tempo si è diffusa una notizia smentita anche dai diretti interessati su presunte minacce a Bruna Biggi: “È un soggetto molto particolare, una persona che tiene le cose per sé”.

La possibilità che Delfino esca dal carcere a breve non è rassicurante per alcuni. Non lo è per esempio per Rosa Tripodi, mamma di Antonella Multari, che a Repubblica ha confidato: “Ormai non ho più nulla da perdere, ma continuo ad avere paura di Luca Delfino, di quello che può fare una volta uscito dal carcere. Ho paura per me e per gli altri”. “Lui ha dichiarato di essersi pentito - chiosa il suo avvocato in merito all'omicidio per cui Delfino è stato condannato - Poi, se vuole sapere se sia sincero o meno, questo non glielo so dire. Gli psicologi del carcere credono che si tratti di un pentimento di forma. Per quanto mi riguarda, non sento di poter esprimere un parere sull'autenticità dei suoi sentimenti. Del resto chi può farlo? Solo lui sa qual è la verità”.

Delfino tuttavia non sarà libero. “Quando Delfino uscirà dal penitenziario di La Spezia, dove è stato trasferito da febbraio 2023 - conclude Lamonaca - sarà collocato in un struttura Rems, presumo nei pressi di Genova Prà.

Quindi non andrà 'in giro per le strade di Genova', come potrebbe pensare qualcuno, ma continuerà a essere sorvegliato”.

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