Cronaca nera

Incidente bus Mestre, il dolore del papà sopravvissuto: "Ho visto mia figlia morire"

Nico V., 28 anni, è una delle 15 persone sopravvissute allo schianto. Nell'incidente è morta Charlotte, la figlioletta di un anno: "Non ricordo nulla, la verità sulla strage mi fa paura"

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"Sento di aver avuto un angelo custode che mi ha salvato la vita". Nico V., 28enne tedesco, è una delle 15 persone sopravvissute al terribile incidente del bus precipitato dal cavalcavia a Mestre martedì sera. Nello schianto è morta la figlioletta di 17 mesi, Charlotte Nima, mentre la moglie, Maike Annabel, si trova ricoverata in terapia intesiva. "Ho questa ferita alla testa, molte botte e mi fa male il braccio destro. Ma almeno io sono qui", racconta l'uomo in un'intervista al Corriere della Sera.

Il dolore: "Ho visto mia figlia morire"

Nico ha lasciato l'ospedale dell'Angelo di Mestre seduto su una sedia a rotelle. Oltre ai familiari, all'uscita del nosocomio c'erano ad attenderlo anche l'avvocato Silvia Trevisan, il legale che ha ingaggiato per seguire l'evoluzione sulle indagini della tragedia, e il console onorario tedesco Paola Nardini. Il 28enne, scampato miracolosamente all'incidente, proseguirà le cure in Germania. Due giorni fa è sceso all'obitorio dell'ospedale per salutare, un'ultima volta, la sua bimba. L'ha presa in braccio: "L'ho salutata, - racconta -ma purtroppo oggi non può tornare con me. Non so ancora quando concluderanno le pratiche per riportare a casa la sua salma. Intanto i medici italuano stanno decidendo quando sarà possibile trasferire la mia compagna in un ospedale tedesco".

L'incidente

Il 28enne e la sua compagna, con anche la figlioletta di 17 mesi, erano venuti in Italia per qualche giorno di vacanza. Martedì pomeriggio sono saliti a bordo del bus che dal Tronchetto avrebbe dovuto riportarli al camping "Hu"di Marghera: "Ricordo poco del viaggio. - dice il giovane - Siamo saliti sul bus e ci siamo sistemati sui sedili. La mia compagna era di fronte, con il volto rivolto verso di me e teneva Charlotte in braccio. Ma dell'incidente non ricordo quasi nulla. Ogni tanto mi compaiono nella mente delle immagini, vedo delle persone, e ricordo l'interno del bus ma non so dire se fosse già precipitato o no. Quel che so per certo è che ho chiuso gli occhi e li ho riaperti in un letto d'ospedale".

"Ho paura di sapere la verità sulla strage"

La Procura di Venezia ha aperto un'inchiesta per capire le cause del disastro. Al momento non ci sono indagati e dai primi accertamenti è emerso che il bus viaggiava a 36 km orari. Nico è ancora sotto choc: "Non so cosa aspettarmi. - conclude - la verità è che mi fa un po’ paura il pensiero di avere delle risposte. Da un lato vorrei sapere ogni dettaglio. Ma dall’altro temo di scoprire che tutto questo dolore, i morti, i feriti, siano stati causati da qualcosa di poco importante, da un fattore che si poteva tranquillamente evitare.

Questo no: non potrei accettarlo".

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