Giuseppe Cappello è stato condannato a 30 di reclusione per l'omicidio dell'ex fidanzata, Kristina Gallo, la trentenne trovata morta nella sua abitazione di Bologna a marzo del 2019. Il caso venne archiviato con l'ipotesi di "morte naturale" della donna e poi riaperto nel 2021. A luglio del 2022 Cappello era arrestato per omicidio aggravvato dallo stakling. Agli atti del nuovo fascicolo d'indagine, i messaggi inviati dall'imputato alla vittima un anno prima del delitto: "Un giorno ti apro la testa".
La condanna
Il gup del tribunale di Bologna, Sandro Pecorella, ha accolto la richiesta formulata dal procuratore aggiunto Francesco Caleca che ieri, nel corso della requisitoria, aveva chiesto la condanna a 30 anni di carcere per il 45enne, processato con rito abbreviato. Secondo quanto ricostruito dall'accusa, sulla scorta degli elementi raccolti dai carabinieri del nucleo investigativo durante le indagini, quando Kristina è morta - tra il 21 e il 24 marzo del 2019 - non era sola in casa. Inoltre qualcuno spostò il cadavere e, secondo gli inquirenti, l'unica persona che poteva trovarsi con lei era Cappello. Quanto al movente, ha spiegato Caleca, è da ricondurre all'impossibilità dell'imputato di "mantenere un castello di bugie" portando avanti una relazione parallela all'insaputa della moglie. Infine, sempre secondo l'accusa, il 45enne ha ripetutamente alle autorità su ogni circostanza: dal rapporto con la vittima, agli atti di violenza, all'ultima volta che l'aveva vista.
La reazione dei familiari di Kristina
Oltre alla condanna dell'imputato, sono stati disposti anche risarcimenti per i familiari di Kristina, assistiti dagli avvocati Francesco Cardile e Cesarina Mitaritonna e l'associazione "La Caramella buona", rappresentata dall'avvocato Barbara Iannuccelli. "Di soddisfazione non si può parlare - ha commentato la sentenza l'avvocato Iannuccelli - perché è morta una ragazza. Ma è stata fatta giustizia per Kristina Gallo, possiamo dire che è stato un omicidio".
La difesa: "Ci sarà l'appello"
"La decisione del giudice - ha detto l'avvocato Gabriele Bordoni, che con la collega Alessandra Di Gianvincenzo assiste Cappello - accoglie la tesi dell'accusa rispetto alla quale abbiamo mosso critiche, capiremo attraverso la motivazione, che farà la differenza, la traiettoria del suo ragionamento. Ci sarà l'appello, il giudizio di legittimità, c'è ancora tanta strada da fare. Oggi prendiamo atto con dispiacere, pensavamo di aver messo l'accento su aspetti determinanti che lasciavano un più che ragionevole dubbio in capo all'imputato".
Si parlò di morte per cause naturali ma...
Kristina Gallo fu ritrovata senza vita nel suo appartamento di via Andrea Faenza, a Bologna, il 25 marzo del 2019. Dai primi accertamenti cadaverici sembrava che la donna fosse morta per "probabili cause naturali", circostanza che aveva indotto il giudice incaricato delle indagini preliminari a chiedere l'archiviazione del fascicolo per omicidio volontario. Una ipotesi a cui non avevano creduto i familiari della vittima ritenendo sospette le circostanze in cui era stato rinvenuto il cadavere (col corpo disteso a metà sotto il letto e con alcune tracce di Dna maschile sotto le unghie). Così i genitori di Kristina, tramite l'avvocato Cesarina Mitaritonna, avevano fatto opposizione alla richiesta del giudice. Nel 2021 il gip Domenico Panza aveva ordinato la riapertura del caso e nuovi accertamenti cadaverici.
A luglio del 2022 il fidanzato della, Giuseppe Cappello, era stato arresto con l'accusa di omicidio aggravato dallo stalking. Agli atti dell'inchiesta alcuni sms inviati dal 44enne a Kristina al termine della loro relazione: "Con me fino alla morte".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.