Stefano come Meredith? Trovato un Dna dopo 17 anni

Stefano Gonella, studente fuorisede del Dams, fu ucciso in un appartamento alla periferia di Bologna nel 2006. A quasi 17 anni dal delitto è stato isolato un Dna nella stanza del massacro: potrebbe essere dell'assassino

Stefano come Meredith? Trovato un Dna dopo 17 anni

Anche Bologna ha il suo "caso Meredith", la 19enne inglese assassinata la notte del 1° novembre nell'appartamento in via della Pergola 4, a Perugia. È quello di Stefano Gonella, lo studente fuorisede del Dams, ucciso il 23 settembre del 2006 in un appartamento alla periferia del capoluogo emiliano. A quasi 17 anni dall'omicidio spunta un Dna che riapre il cold case: potrebbe essere dell'assassino.

L'omicidio di Stefano

Era la notte del 23 settembre 2006. Stefano Gonella, 26enne originario di Piaro, città della Val Seriana (Bergamo), fu accoltellato nella sua camera da letto, in una casa per studenti di via Passarotti, zona Corticella, a pochi passi dalla Bolognina. Quando la polizia irruppe sulla scena del crimine, si trovò davanti al teatro di una lotta sanguinaria: il corpo del ragazzo era adagiato per metà sul letto, con il busto e la testa sul pavimento. E poi c'erano macchie di sangue ovunque: sulle lenzuola, sul cuscino e sulle pareti della stanza. Segno che il ragazzo aveva provato a difendersi ma non ci era riuscito. L'assassino, che non fu mai identificato, lo colpì con quattro coltellate mortali. Poi dileguò con l'arma del delitto e il segreto di un delitto macabro, all'apparenza senza un movente. Proprio come per il caso della giovane Meredith Kercher.

La svolta dopo quasi 17 anni dal delitto

Al tempo, le indagini si conclusero con un nulla di fatto (il caso fu riaperto nel 2010 e poi archiviato successivamente). Ma oggi, a distanza di quasi 17 anni da quella tragica notte di fine estate, c'è una svolta importante. Stando a quanto racconta la giornalista Amelia Esposito sulle pagine del Corriere della Sera, è stata isolata un'impronta genetica che potrebbe essere dell'assassino di Stefano. Era tra le decine di Dna individuate nella camera dove si consumò il terribile massacro. C'è di più. Gli inquirenti dispongono anche di un identikit del presunto killer: alto circa 1.80, capelli lunghi e scuri, volto scarno e una fossetta sul mento, forse un uomo sulla trentina. Lo vide uscire dall'appartamento il coinquilino spagnolo del 26enne bergamasco ma non fece in tempo a fermarlo né a soccorrere l'amico che, intanto, già giaceva in una pozza di sangue.

Oggi la speranza è che si possa dare ben presto un nome e un volto all'assassino di Stefano, un ragazzo specchiato, appassionato di arte e musica reggae. Nessuno lo ha dimenticato. I suoi genitori, il fratello e gli amici attendono giustizia da 17 anni.

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