Cronaca nera

Costretta a prostituirsi per 5 euro: l'ipotesi choc dietro la morte di Marzia Capezzuti

Oltre alle violenze e alle torture, prima dell'omicidio, Marzia Capezzuti potrebbe essere stata oggetto di abusi sessuali: le rivelazioni choc

Screen "Chi l'ha visto?"
Screen "Chi l'ha visto?"
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L’omicidio di Marzia Capezzuti si colma di dettagli sempre più scioccanti. Alle presunte torture subite si aggiungerebbero abusi sessuali già denunciati nel 2019, e non mancano minacce alla supertestimone e si parla anche di una presunta denuncia che sarebbe stata inoltrata informalmente al comandante della polizia municipale.

Marzia Capezzuti è scomparsa la notte del 6 marzo 2022 da Pontecagnano Faiano in provincia di Salerno, dove si era trasferita per stare con il fidanzato, morto nel 2019. Successivamente la giovane, originaria di San Donato Milanese, sarebbe rimasta comunque con la famiglia di lui, oggi in carcere con l’accusa di violenze, torture, omicidio e occultamento di cadavere.

Sottoposti al procedimento di custodia cautelare sono infatti Barbara Vacchiano, il compagno Damiano Noschese e il loro figlio 15enne, che è in una struttura per minori. Un altro figlio maggiorenne era già in carcere per altri reati: Vito Vacchiano risulta però solo indagato, insieme ad altri due conoscenti che erano in casa la notte della scomparsa.

Le violenze sessuali

I genitori di Marzia Capezzuti, quando la figlia era ancora in vita, ricevettero una telefonata da Barbata Vacchiano: la donna lamentava che il figlio Vito fosse stato violentato da Capezzuti quando era minorenne, la sua voce è stata fatta ascoltare a “Chi l’ha visto?”. “Mi ha rubato tutto l’oro dei miei figli, e soprattutto è stata a letto con mio figlio di 15 anni”, avrebbe detto Vacchiano, aggiungendo: “La impicco”.

Qualche giorno dopo Barbara Vacchiano avrebbe inviato a un’amica una foto del figlio durante un rapporto sessuale: “Così fa esperienza”, avrebbe aggiunto. Tuttavia non si sa se la donna in foto con Vito Vacchiano fosse Capezzuti. Secondo il giudice, Barbara Vacchiano “mirava a delegittimare in maniera preventiva Marzia per ogni accusa che la ragazza potesse muoverle successivamente”.

Nel 2019, il fidanzato di Capezzuti, Alessandro Vacchiano, anche lui inviso alla sorella, avrebbe denunciato abusi sessuali durante un accertamento della municipale nella loro casa. “Marzia rende prestazioni sessuali ai presenti in casa”, avrebbe detto, ricevendo il giorno dopo la visita di un’assistente sociale, alla quale Capezzuti avrebbe smentito gli abusi.

Inoltre Vito Vacchiano avrebbe raccontato a un compagno di cella, che qualche giorno prima della scomparsa di Capezzuti, Noschese avrebbe avuto un rapporto con la giovane, mandando su tutte le furie la compagna. Che, secondo un'intercettazione ambientale trascritta nell’ordinanza di custodia cautelare sarebbe arrivata a far prostituire Marzia Capezzuti per 5 euro. Naturalmente queste accuse dovranno essere provate in sede giudiziale, ma il presunto rapporto con Noschese potrebbe rappresentare un movente per l’omicidio, posto che Capezzuti sarebbe stata costretta a cedere i soldi della sua pensione ai Vacchiano.

Le minacce alla superteste

A denunciare Barbara Vacchiano è stata una supertestimone, un membro della famiglia: la figlia Anna Vacchiano. Il magistrato che ha ascoltato il 15enne arrestato avrebbe raccolto le minacce di quest’ultimo ai danni della sorella: “Gliela faccio pagare”. Anna Vacchiano ha ascoltato due confessioni: quella della madre in caserma e quella del fratellino in una videochiamata. “È probabile che si proceda all’acquisizione delle sue dichiarazioni, per cristallizzarle”, ha commentato in studio Nicodemo Gentile, presidente dell’associazione Penelope.

La posizione del ragazzino è complessa: non solo avrebbe confessato in videochiamata, ma avrebbe detto a un’amica di stare trasportando un cadavere. A “Chi l’ha visto?” il suo legale Francesco Rocciola ha raccontato della sua permanenza precedente in una comunità, dove fu accusato di bullismo, estorsione e pestaggio verso un altro ospite. L’avvocato ha parlato di un “ragazzo cresciuto in una situazione difficile”, che dopo l’arresto cercava la mamma e al quale ha suggerito di essere collaborativo.

La presunta denuncia

Nelle carte degli inquirenti spunta una presunta denuncia alla polizia municipale per i maltrattamenti a Capezzuti. Un uomo, che si occupa di volontariato, avrebbe affermato di aver inviato al comandante dei vigili 3 immagini della giovane prima e successivamente alle presunte violenze, dopo aver ricevuto la segnalazione da un’amica di Barbara Vacchiano. L’uomo avrebbe consigliato alla sua confidente di rivolgersi ai carabinieri, ma questa non l’avrebbe fatto per paura.

Dopo la segnalazione ai vigili, l’uomo avrebbe aggiunto di essere stato bloccato su WhatsApp. Un’altra volontaria avrebbe allertato i servizi sociali di Pontecagnano Faiano.

Ascoltato da “Chi l’ha visto?”, il comandante Franco Lancetta ha smentito seccamente di aver ricevuto esposti o segnalazioni telefoniche sul caso.

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