Cronaca nera

"Mi hai disonorato". I nuovi messaggi del padre di Saman

Le dichiarazioni e i messaggi del padre di Saman Abbas continuano a provocare un'ampia indignazione nell'opinione pubblica italiana: a cosa punta la sua difesa

Screen "Quarto grado"
Screen "Quarto grado"

Continuano a scioccare e indignare l’opinione pubblica le parole del padre di Saman Abbas e del suo legale. A Islamabad c’è stato un nuovo rinvio al 16 marzo nel processo che vede imputato Shabbar Abbas per l’omicidio della figlia: l’uomo intanto si è opposto alla videoconferenza con il processo che lo vede a giudizio anche in Italia.

Saman scomparve da Novellara la notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021. Il suo corpo è stato ritrovato a 700 metri da casa, in una buca indicata dallo zio, anche lui imputato in Italia, a novembre 2022. Gli inquirenti fin dalle prime settimane si sono orientati sul movente del delitto d’onore: la 18enne si era opposta a un matrimonio forzato con un cugino in Pakistan, mentre sognava con un coetaneo conterraneo in Italia, Saqib Ayub.

Nel processo per sequestro di persona, omicidio premeditato e occultamento di cadavere sono stati rinviati a giudizio in Italia il padre di Saman Shabbar, la madre Nazia Shaheen ancora latitante, lo zio che ha reso una confessione sul luogo di occultamento Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Noumanoulaq Noumanoulaq.

Ma è proprio verso Saqib che si orientano gli strali di Shabbar e del suo avvocato Akthar Mahmood, che ha affermato a Quarto Grado: “Saqib ha pianificato tutto, è un manipolatore. Ha manipolato sia la polizia italiana che la stampa per stare al sicuro e mettere in pericolo gli altri. Invece di fare le condoglianze ai genitori, invece di chiedere il loro perdono per le cose sbagliate che ha fatto, lui pretende di essere innocente”.

Saqib, dal canto suo, aveva raccontato di aver ricevuto, lui e i suoi parenti, minacce dagli Abbas e dalla famiglia materna di Saman. “Sono tutte parole - ha rincarato Mahmood - sono bugie che Shabbar ha contattato Saqib o la sua famiglia, come sono bugie quelle che racconta la signora (la moglie di Danish, ndr). È tutto basato sulle parole, non ci sono prove sufficienti o concrete per confermare questa versione. L’attenzione è concentrata su come mettere alla gogna la famiglia di Saman, invece di scoprire che cosa è successo”.

Secondo la versione di Danish, l’esecutore materiale del delitto sarebbe Nazia, mentre lui era stato contattato di notte solo per aiutare i cugini nell’occultamento, mentre sarebbe stato all’oscuro di tutto. “Non so cosa abbia detto Danish nella confessione - ha commentato il legale di Shabbar - Può essere che, essendo in carcere, gli abbiano fatto dire delle cose. Solo il tribunale è competente per dire se è vero e fino a che punto lo è. Poi bisognerebbe anche indagare sul rapporto che c’è tra Saqib e Danish e i cugini. Può darsi che stiano cercando di incolparsi a vicenda. Bisogna capire perché Danish fa questa confessione”.

Mahmood accusa inoltre i servizi sociali italiani, la “compagnia sbagliata” che avrebbe impedito a Saman di pregare secondo l’Islam: queste affermazioni hanno indignato molto gli italiani, che sanno bene come nel Belpaese ci sia libertà di culto, oltre che divieti su droghe e consumo di alcol per i minorenni. L’avvocato ha aggiunto infatti che nella casa rifugio in cui era Saman, le sarebbe stato permesso di fumare, bere e assumere droghe: “Tutto ciò ha portato alla sua fine”, ha chiosato, spiegando che i genitori della giovane credono ancora che sia scomparsa e che quindi il corpo ritrovato non sia il suo.

E in tutto questo indignano anche le affermazioni dello stesso Shabbar, che a Islamabad avrebbe raccontato all’avvocato che Saqib l’avrebbe ricattato: “Saqib mi ha detto: ‘Ti porto Saman viva o morta in Pakistan in cambio di 20mila euro’”. Shabbar ha aggiunto addirittura di aver pagato in parte tra dicembre 2020 e gennaio 2021 e che le prove sarebbero nello smartphone di Saqib.

Erede di Agatha Christie, direi. Sta scrivendo un romanzo parallelo, pieno di idiozie, una roba che non sta né in cielo né in terra. Due sostantivi ho: querela e calunnia”, ha sbottato Claudio Falleti, avvocato di Saqib, che si è costituito parte civile e vuole lottare affinché a nessun altra ragazza accada quello che è successo a Saman.

Saqib ha chiesto che, in forza delle minacce ricevute, i suoi genitori abbiano asilo politico in Italia, esattamente com’è già accaduto alla moglie di Danish. A questo proposito il conduttore di Quarto Grado Gianluigi Nuzzi ha lanciato un appello al ministro degli Esteri Antonio Tajani affinché la Farnesina si attivi ad accogliere come rifugiati i genitori di Saqib.

Intanto spuntano i messaggi inediti che Shabbar avrebbe inviato a Saqib. In una chat, l’uomo chiede alla figlia di parlare con il fidanzato, dicendo: “Devo supplicare entrambi” e “Pensate entrambi al nostro onore”.

E suscitando la risposta decisa di Saman: “Io non verrò mai a casa, per sempre”.

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